Nena News Agency – 17/05/2016
Secondo l’organizzazione statunitense ‘Oceans Beyond Piracy’, i numerosi episodi di pirateria e di attacchi armati che hanno luogo in quest’area colpiscono le attività commerciali di 455 milioni di persone. Ad essere penalizzata è anche la spedizione di cinque milioni di barili di petrolio al giorno il cui 40% è destinato all’Europa
di Federica Iezzi
Roma, 17 maggio 2016, Nena News – Un nuovo rapporto del gruppo statunitense ‘Oceans Beyond Piracy’ documenta la crescita esponenziale dell’insicurezza nei mari dell’Africa occidentale, in particolare nelle acque del golfo di Guinea, che si estende dalla Liberia al Gabon. La moderna pirateria include attacchi contro navi mercantili sul delta del Niger, violenze e rapimenti in Nigeria, Togo e Costa d’Avorio. Secondo l’United Nations Office for West Africa, dal 2002 si sono registrati almeno 600 attacchi a navi nella vasta insenatura atlantica.
Le risoluzioni delle Nazioni Unite n.2018 del 2011 e n.2039 del 2012 incoraggiano gli Stati membri della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, dell’Africa Centrale e la Commissione del Golfo di Guinea, a pattugliamenti marittimi nelle 5.000 miglia nautiche di costa nel golfo di Guinea, per contrastare efficacemente le forme di criminalità transnazionali. I recenti dati dell’International Maritime Bureau – Piracy Reporting Centre descrivono, nei primi quattro mesi del 2016, 37 episodi di pirateria e attacchi armati nel mare del golfo di Guinea. La maggior parte dei quali vede come bersaglio persone o beni collegati al settore petrolifero.
Particolarmente vulnerabili ancoraggi e approcci alle porte di Bonny Island e Lagos (Nigeria), Cotonou (Benin), Lomé (Togo), Tema (Ghana) e Abidjan (Costa d’Avorio). Nel 2012 il Togo si è distinto come nuovo hotspot per gli attacchi contro le navi cisterna di petrolio. L’anno scorso, 23 persone sono state uccise in episodi di pirateria nel golfo di Guinea e sono stati pagati riscatti fino a 400.000 dollari, alle bande armate cause di dirottamento delle navi. Nel 2014 il Maritime Crime Programme ha ampliato la sua attività sul Corno d’Africa e sulla costa dell’Oceano Indiano. E parallelamente ad un costante calo della pirateria in queste aree negli ultimi due anni, si è osservato un aumento significativo dei crimini marittimi nella regione del golfo di Guinea.
Mentre la pirateria al largo del Corno d’Africa implica dirottamento, presa in ostaggio e estorsione delle navi commerciali, gli attacchi in Africa occidentale hanno principalmente assunto la forma di sequestro di petrolio per la vendita sul fiorente mercato nero delle rotte di Nigeria e Libia. Il governo nigeriano da solo perde tra i 40.000 e 100.000 barili al giorno a causa del mercato nero. Gli stati del Delta del Niger, dove molte bande di pirati basano le loro operazioni, sono stati un’importante base di crescita durante gli anni di governo del nigeriano Goodluck Jonathan. Il traffico di container nei porti dell’Africa occidentale è cresciuto del 14% dal 1995, il più veloce di qualsiasi altra regione sub-sahariana.
Supportata da Stati Uniti e Regno Unito, la Nigerian Maritime Administration and Safety Agency fornisce una protezione armata alle navi durante le operazioni di ancoraggio e di trasferimento di merci. Nonostante questo, le compagnie petrolifere sul suolo nigeriano continuano ad assumere appaltatori militari e di sicurezza privati. Le pesanti condizioni, politiche e socio-economiche on-shore, in particolare il crescente esercito di giovani senza lavoro, e la scarsa governance marittima sono il filo conduttore della pratica della pirateria nelle regioni dell’Africa occidentale.
Le agenzie di sicurezza marittima hanno mancanza di poteri di azione, manca un quadro normativo e sanzioni e processi sono debolmente efficaci. Gli atti di pirateria nel golfo di Guinea rappresentano più di un quarto degli attacchi segnalati in tutto il mondo. In costante aumento dal 2007, l’insicurezza marittima in questa regione colpisce le attività commerciali di 455 milioni di persone. Colpisce inoltre la spedizione di cinque milioni di barili di petrolio al giorno, di cui il 40% destinati all’Europa e il 29% all’America. Nena News
Nena News Agency “L’insicurezza dei mari nell’Africa occidentale” – di Federica Iezzi