GAZA SOTTO LE MACERIE

In diretta dalla STRISCIA DI GAZA durante i giorni dell’Operazione “Protective Edge”, lanciata dal governo israeliano

Gaza Strip - 12 aug 2014 Bread for breakfast

Gaza Strip – 12 aug 2014 Bread for breakfast

26 agosto 2014 – 50esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: annunciata dal presidente palestinese Abu Mazen una tregua di lunga durata nella Striscia di Gaza, tra Israele e le fazioni palestinesi. La tregua è iniziata alle ore 19.00.

L’iniziativa egiziana per un cessate il fuoco a Gaza accettata da israeliani e palestinesi, prevede l’apertura dei valichi di Erez, Kareem Shalom, Rafah e di altri due, per consentire l’accesso degli aiuti e dei materiali per la ricostruzione, e la concessione del diritto di pesca entro 6 miglia nautiche dalla costa, contro le attuali 3 miglia, da aumentare gradualmente fino a 12, entro la fine del 2014. Israele permetterà l’arrivo di salari a 40.000 impiegati dell’Autorità Palestinese nella Striscia di Gaza. Accordo sulla cancellazione della buffer zone, nella parte orientale della Striscia di Gaza: agli agricoltori palestinesi viene consentito di avvicinarsi fino a 100 metri dal confine.

Non ancora discusse: l’apertura di un porto nella Striscia, la fine del blocco aereo, la liberazione dei prigionieri politici palestinesi, la smilitarizzazione della Striscia.

Intanto in terra israeliana crollano i consensi verso il premier Netanyahu.

Secondo i dati del Ministero della Salute di Gaza, si contano 2155 vittime palestinesi, di cui 501 bambini e 11.100 feriti, di cui 3106 bambini, almeno 1000 dei quali con lesioni permanenti e disabilitanti. 70 le vittime sul fronte israeliano, di cui 64 soldati. Ancora 289.109 rifugiati nelle 85 scuole UNRWA della Striscia. Circa 18.000 case distrutte o severamente lesionate e 32.150 parzialmente danneggiate. Per la carenza di acqua, crescono i casi di infezioni della pelle, da funghi a scabbia. All’orfanotrofio di Al-Amal, l’unico nella Striscia, vivono almeno 300 bambini, i cui genitori sono morti durante le lunghe giornate di “Margine Protettivo”.

Secondo l’esercito israeliano, 4562 razzi e colpi di mortaio di Hamas, caduti in territorio israeliano durante l’offensiva. Almeno 5262 obiettivi colpiti a Gaza da raid dell’esercito di Tel Aviv.

15 raid aerei israeliani durante la notte sulla Striscia di Gaza, hanno distrutto “The Italian Mall” un edificio a ovest di Gaza City di 15 piani, che ospitava 100 appartamenti e locali commerciali. Almeno 2 morti e 20 feriti. Bombardata anche l’Al Basha tower a Gaza City, sede della Sawt Al-Shaab radio, voce del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Avvertimenti di bombardamento anche sulla Torre Tayba-1, sul lungomare di Gaza City, poi non colpita. Adesso nel mirino i complessi residenziali.

In risposta, missili di Hamas sulla zona sud di Israele, nell’area di Eshkol e nel Neghev occidentale. 1 morto e alcuni feriti. Almeno 700 famiglie israeliane hanno chiesto al Ministero della Difesa assistenza per il trasferimento in luoghi più sicuri.

Questa notte arrestato un palestinese del movimento di al-Fatah, nel campo profughi di Tulkarem, nella Cisgiordania del nord. Arrestati 12 leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, tra Nablus, Beta e il campo rifugiati di al-Jalazun a nord di Ramallah. Dall’uccisione di Muhammad Abu Khdeir, lo scorso 2 luglio, arrestati 770 palestinesi a Gerusalemme Est, 60 dei quali sono ancora sotto custodia. Durante gli scontri con l’esercito israeliano a Beit Furik, ucciso un sedicenne. Scontri anche nei quartieri Wad al-Juz, Ein al-Luza, Shufat e Silwan, di Gerusalemme Est, a Beit Ummar e a Issawiya. 4 palestinesi interdetti per un mese, dalla moschea di al-Aqsa a Gerusalemme.

Continua il lancio di missili dal Libano nell’alta Galilea. Missili anche dalla Siria sulle alture del Golan occupate da Israele.

Danneggiate tre linee elettriche tra Israele e Striscia, che fanno scendere le ore di elettricità a Gaza da sei a quattro al giorno.

Secondo il Ministero delle Comunicazioni palestinese, durante l’offensiva del governo di Tel Aviv, uccisi 17 giornalisti nella Striscia di Gaza.

Al Jazeera ” Gaza under siege: naming the dead”

La Stampa – 26/08/2014 Fotogallery “Scatta la tregua, la festa nelle strade a Gaza”

Al Jazeera “In Pictures: Gaza celebrates long-term truce”

Il Manifesto 26/08/2014 “Gaza ottiene la tregua, non la libertà” di Michele Giorgio

HQMediaWeb “Two minutes from the Gaza Strip”

Nena News Agency “FOTO. Gaza, nella case rimaste in piedi a Khuza’a” – di Federica Iezzi

Nena News Agency “Medio Oriente. Il Natale lontano” – di Federica Iezzi

IMEMC “94 israeli ceasefire violations since august”

Nena News Agency “FOTO. Gaza, le voci di Shujaiyya” – di Federica Iezzi

Nena News Agency “Gaza. Tra embargo e monopolio” – di Federica Iezzi

“Gaza City. Nel quartiere di Shujaiyya” – Reportage e immagini di Federica Iezzi

Nena News Agency – “REPORTAGE. Gaza, gli ospedali sei mesi dopo Margine Protettivo” – di Federica Iezzi

Nena News Agency “Medici e infermieri di Gaza senza stipendio da un anno e mezzo” – di Federica Iezzi


Gaza Strip - Palestinians search for belongings amid destroyed homes that perished during an Israeli airstrike in Gaza

Gaza Strip – Palestinians search for belongings amid destroyed homes that perished during an Israeli airstrike in Gaza

25 agosto 2014 – 49esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: 2123 vittime palestinesi e 10.860 feriti.

Questa notte raid aerei israeliani su almeno 30 siti, lungo la Striscia di Gaza. Ancora moschee nel mirino. Distrutte la moschea di Omar Ibn Abd al-Aziz, a Beit Hanoun, e la moschea di Ali Ibn Abu Talib, a Gaza City. Nella notte nessun missile di Hamas sul territorio israeliano.

Bombardato da F-16 israeliani il valico di Rafah.

I mediatori egiziani hanno proposto un nuovo cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza. Sarebbe stato raggiunto un accordo, tra governo israeliano e delegazioni palestinesi, per una tregua di lunga durata sulla Striscia. L’accordo comprenderebbe l’apertura del valico di Rafah e l’aumento della fishing zone a 12 miglia nautiche dalla costa. Intanto potrebbero iniziare ad entrare dal valico di Kareem Shalom i materiali per la ricostruzione di Gaza.

L’esercito israeliano ha allestito checkpoints nel villaggio di Burin a nord della West Bank.

Circa 600.000 persone a Gaza sono senza acqua corrente. Il resto della popolazione sopravvive con una o due ore di acqua corrente, ogni due giorni.

Il Manifesto 25/08/2014 “Non c’è tregua” di Michele Giorgio


Gaza Strip - Today the school year in Gaza officially began, yet most of the schools continue to function as refugee camps for the nearly 500.000 displaced palestinians

Gaza Strip – Today the school year in Gaza officially began, yet most of the schools continue to function as refugee camps for the nearly 500.000 displaced palestinians

24 agosto 2014 – 48esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: i bombardamenti israeliani non si fermano, mentre razzi lanciati da Libano e Siria in Israele hanno minacciato di intensificare il conflitto.

Lancio di 5 razzi dalla Siria verso le alture del Golan, territorio siriano occupato dal 1967. Lancio di un razzo dal Libano sulla Galilea del nord.

Prosegue il meeting a Il Cairo tra il presidente palestinese Abu Mazen e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Le richieste delle delegazioni palestinesi restano coerenti con i termini degli accordi di Oslo, firmati tra Israele e Territori Palestinesi Occupati nel 1990.

2111 vittime palestinesi. Più di 10.550 feriti. Più di 460.000 sfollati, di cui 327.118 rifugiati in scuole UNRWA. Distrutte 89 famiglie palestinesi dall’inizio dell’offensiva, secondo i dati del Ministero della Salute di Gaza. 68 vittime israeliane.

Colpi di arma da fuoco israeliani su un vent’enne palestinese, nel campo profughi di Shufat, nella Gerusalemme occupata. Dall’inizio dell’offensiva israeliana, più di 550 palestinesi sono stati arrestati a Gerusalemme Est. Più di 200.000 israeliani vivono in insediamenti illegali a Gerusalemme Est. Almeno 500.000 in tutta la West Bank. Arrestati 5 palestinesi tra Nablus e Betlemme.

Oggi chiuso il valico di Erez, per attacchi con colpi di mortaio.

Per domani, le autorità israeliane hanno deciso la chiusura della moschea di Ibrahimi, a Hebron, per l’inizio del mese sacro di Helul, secondo la tradizione ebraica. La città vecchia di Hebron rimane un luogo di frequenti tensioni, per la presenza di 500 coloni israeliani, stabiliti in insediamenti illegali.

Si apre ufficialmente il nuovo anno scolastico nella Striscia di Gaza, per 700.000 studenti. Gran parte degli edifici scolastici ancora usati dalle Nazioni Unite per ospitare migliaia di sfollati palestinesi, costretti ad abbandonare le proprie case. Alla scuola elementare del quartiere di Remal, a Gaza City, i bambini hanno iniziato l’anno scolastico giocando con gli insegnanti nel cortile e improvvisando banchi per disegnare, mentre gli sfollati ospitati nell’edificio li guardavano dai balconi.

Secondo il Ministero dell’Educazione palestinese, le scuole per i bambini gazawi avranno inizio il 14 settembre.

LaPresse “Gaza, a scuola con i raid: bimbi a lezione in cortile sotto lo sguardo degli sfollati”


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23 agosto 2014 – 47esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: 2105 vittime palestinesi, più di 10.550 feriti.

La settimana inizia con un bombardamento su al-Zawayda, nel governatorato di Deir al-Balah. Morte 5 persone della famiglia Dahrouj, tra cui 3 bambini.

Colpite anche la moschea di al-Aidon nel quartiere di Shujaya, a Gaza City e la moschea del villaggio di Abasan, a est di Khan Younis. Ad al-Qarara colpito un centro educativo. Raid aerei israeliani hanno distrutto la Zafer tower, edificio residenziale nel centro di Gaza City, ferendo 22 persone, tra cui almeno 11 bambini. Colpito centro commerciale a Rafah.

Continua il meeting a Doha, in Qatar, tra Abu Mazen, il presidente palestinese, e il leader di Hamas, Khaled Meshaal. Hamas sostiene la proposta dell’Autorità Nazionale Palestinese di presentare richiesta di adesione alla Corte Penale Internazionale. Probabili nuovi negoziati a Il Cairo tra Israele e delegazioni palestinesi. Incontri anche con i leader dell’Islamic Jihad e del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

Almeno 277 scuole governative gravemente danneggiate nella Striscia, non permetteranno ai 500.000 studenti di iniziare il nuovo anno scolastico.

A Jabalyia fucilati dalle Brigate al Qassam altri 4 palestinesi presunti collaborazionisti di Israele.

“The Gaza war map”


Watania Media Agency – 20 ago 2014 Gaza City (Gaza Strip) Wounded of israeli airstrike in al-Zaytun neighborhood arrived in al-Shifa hospital

22 agosto 2014 – 46esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Nella notte almeno 29 raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Continuano i colpi dall’artiglieria e dalla marina israeliana. Bombardamenti su Deir al Balah, al-Nusseirat, al-Zawayida, Khan Younis, nel quartiere di al-Qarara, Gaza City, nel quartiere di Sabra.

Il bilancio è di 2090 vittime palestinesi e più di 10.500 i feriti. 279.389 rifugiati palestinesi, in 83 scuole UNRWA e 314.000 in scuole governative.

Nell’offensiva israeliana usate 20.000 tonnellate di esplosivi su 139 metri quadrati. 8000 raid aerei: granate MK82, MK83 e MK84 lanciate da droni, apache, F15, F16 e vertical warplanes. 60.000 colpi di artiglieria.

Missili di Hamas su Sdot Negev: muore un bambino di 4 anni.

Secondo i dati dell’UNOCHA: 3000 bambini palestinesi feriti, di cui almeno 1000 con lesioni permanenti e disabilitanti. 1500 orfani. 373.000 bambini hanno bisogno di urgenti aiuti.

21 palestinesi sospettati di collaborare con il governo di Netanyahu, sono stati giustiziati dal braccio armato di Hamas. Condanne da Human Rights Watch.

Manifestazioni pro-Gaza in Cisgiordania, a Kafr Qaddum, Beit Iksa, Masara, Bilin, Nabi Saleh e Betlemme. Ancora feriti.

RaiNews “Gaza, quei pescatori nella rete dell’embargo” – Reportage di Lucia Goracci

Haaretz “The difference between children” by Gideon Levy


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21 agosto 2014 – 45esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Continuano i bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Lo Stato ebraico pronto a richiamare 2 mila riservisti. Dall’Egitto appello per la ripresa delle trattative. Nella notte, altre 18 vittime palestinesi durante i raid aerei israeliani.

Rimangono aperti il valico di Erez e quello di Kareem Shalom.

Tre comandanti delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, sono stati uccisi in un raid aereo israeliano stamattina a Rafah, nel quartiere di al-Sultan. Raid aerei su Gaza City, nel distretto di Sheikh al-Radwan e nel quartiere di al-Nasr, su Khan Younis, nel campo profughi di al-Nuseirat, su Beit Lahiya.

Continua il lancio di missili di Hamas su Israele su Beersheba, l’insediamento ebreo di Modiin Illit, nei pressi di Gerusalemme, Razzi M-75 anche su Tel Aviv.

L’esercito israeliano ha imposto il coprifuoco nel villaggio di Huwwara, nei pressi di Nablus, nel nord della West Bank. Nel 2013 ci sono stati almeno 399 episodi di violenza sui palestinesi, da parte di coloni israeliani in Cisgiordania.

Almeno 38 vittime palestinesi nella sola giornata di oggi e 200 feriti che fa salire il bilancio a 2087 vittime e più di 10.500 i feriti.

Il Manifesto “Gli orfani di Margine Protettivo” – di Michele Giorgio


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20 agosto 2014 – 44esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: dopo otto giorni tregua violata. Fermi i negoziati a Il Cairo. Dalla ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, si contano già 22 vittime, di cui 4 bambini, e almeno 40 feriti palestinesi.

137 missili di Hamas sulla zona di Ashkelon, a sud di Israele. 60 siti di Hamas colpiti nei bombardamenti israeliani durante la notte.

Bombardati valico di Rafah e valico di Kareem Shalom. Almeno 4 feriti e danni. A Sheikh Radwan, bombardata casa di uno dei comandanti del braccio armato di Hamas, Muhammad Deif. Sterminata la famiglia. Il comandante sembrerebbe ancora vivo.

Demolite altre 4 case palestinesi nella Cisgiordania, nel quartiere di al-Taweel del villaggio di Aqraba, nei pressi di Nablus. Dall’occupazione militare israeliana del 1967, demolite almeno 27.000 case palestinesi nella West Bank.

Il bilancio secondo i dati del Ministero della Salute palestinese è di: 2040 vittime e 10.223 feriti.

Le Corti israeliane di Ofer, Betah Tikfa, Ashkelon e Gerusalemme, estendono la detenzione per 102 palestinesi.

Le autorità israeliane intendono confinare nella città di Gerico, in Cisgiordania, la parlamentare Khalida Jarrar, del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.


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19 agosto 2014 – 43esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: altre 24 ore di cessate il fuoco per consentire il proseguimento dei colloqui a Il Cairo.

Apertura dei valichi sulla Striscia, libero accesso ai materiali di costruzione sotto controllo ONU, avvio della ricostruzione di Gaza, fine del blocco dei trasferimenti monetari da e per la Striscia, estensione dell’area marittima a 9 miglia dalla costa sono i primi elementi che chiedono le delegazioni palestinesi, per attenuare l’embargo su Gaza. Discussioni rimandate di un mese per la creazione di un porto commerciale e per la liberazione dei prigionieri politici palestinesi.

Secondo l’esercito israeliano, almeno 34 razzi di Hamas avrebbero colpito le città israeliane di Beersheba, Tel Aviv, Ashqelon, Netivot, Sha’ar HaNeghev. Nessun danno, nessun ferito. Netanyahu e Moshe Yaalon, Ministro della Difesa israeliano, ordinano all’esercito di Tel Aviv dura risposta sui siti strategici di Hamas, nella Striscia di Gaza.

Gli F-16 israeliani tornano a bombardare la Striscia. Almeno 30 raid a est di Rafah, Beit Lahiya, al-Maghazi, Beit Hanoun, Khan Younis, nei quartieri di al-Zaytoun e Shujaya di Gaza City, Deir al-Balah, al-Qarara, Khuza’a. Almeno 13 feriti e 3 vittime palestinesi.

Arrestati altri tre palestinesi al Jabaa checkpoint, a Gerusalemme est.


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18 agosto 2014 – 42esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: inizia l’ultimo giorno di tregua. Fino a mezzanotte il cessate il fuoco. Ancora nessun accordo.

Il Ministro degli Affari Esteri norvegese assicura che i donatori internazionali si riuniranno per la ricostruzione di Gaza, non appena si raggiungerà una tregua duratura tra Hamas e Israele.

Questa notte le forze israeliane hanno demolito le case di due palestinesi a Hebron, sospettati del sequestro e dell’omicidio dei tre coloni israeliani, lo scorso giugno. Tra il 2001 e il 2005 le forze israeliane hanno demolito 664 case, come punizione collettiva, lasciando almeno 4000 palestinesi senza abitazione.

2016 vittime e 10.196 feriti palestinesi dall’inizio dell’offensiva israeliana. 266.000 palestinesi rifugiati in scuole UNRWA e scuole pubbliche nella Striscia di Gaza.

RaiNews24 “Porto, aeroporto, economia: nella Striscia di Gaza l’orologio si è fermato” – Reportage di Lucia Goracci


Al Jazeera – With 15 of Gaza’s 32 hospitals damaged by Israeli bombardment, doctors say they don’t have the resources to deal with the thousands of people looking for medical treatment

17 agosto 2014 – 41esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: riprendono i negoziati a Il Cairo con prese di posizione rigide di Israele e Hamas, mentre sembra reggere il cessate il fuoco.

Il governo di Netanyahu rifiuta ogni accordo con le delegazioni palestinesi, se non vengono rispettate le esigenze di sicurezza di Israele. Nessuno sforzo di ricostruzione senza la piena smilitarizzazione della Striscia.

2016 vittime palestinesi, tra cui 541 bambini. 10.193 feriti, tra cui 3084 bambini. 225.831 rifugiati in 81 scuole UNRWA. 67 vittime israeliane, tra cui 5 soldati uccisi da fuoco israeliano e 3 civili.

Nella Striscia manca acqua potabile e si ha elettricità per sole 6 ore al giorno. La Palestinian Energy and Natural Resources Authority inizierà i lavori per una nuova rete elettrica che provvederà ad aumentare di 35 megawatt, l’attuale assetto elettrico.

Ieri sera centinaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv, contro il governo Netanyahu per l’offensiva su Gaza.

Anche oggi a donne e uomini con età inferiore ai 50 anni non è stato permesso l’ingresso alla moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, per la visita di Moshe Feiglin, membro del Likud alla Knesset. Protezione da guardie israeliane pesantemente armate.


Gaza Strip - Gazan families have nowhere to go and no homes to return to

Gaza Strip – Gazan families have nowhere to go and no homes to return to

16 agosto 2014 – 40esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: regge la tregua per il quinto giorno consecutivo.

Secondo il segretario generale del Democratic Front for the Liberation of Palestine, il più grande ostacolo ai negoziati a Il Cairo è l’assedio a Gaza. Il governo di Tel Aviv reclama il diritto di assediare la Striscia fino alla completa smilitarizzazione di Hamas.

Secondo Naftali Bennett, il Ministro dell’economia israeliano, il governo di Netanyahu dovrebbe aprire i valichi con la Striscia di Gaza e aumentare la fishing zone.

Durante l’offensiva israeliana arrestati circa 250 palestinesi nella Striscia di Gaza, 3 dei quali liberati questa notte. Almeno 6500 palestinesi si trovano nelle prigioni israeliane, di questi 1500 arrestati negli ultimi due mesi. Intanto continuano gli arresti. A Salem, ad est di Nablus, arrestato oggi un diciasettenne palestinese.

Scontri a Silwad, ad est di Ramallah. Feriti due palestinesi.

Dei 365.000 sfollati palestinesi, decine vivono in tende fuori l’ospedale al-Shifa a Gaza City.

Al Jazeera “Gaza: The Road to War”


Al Jazeera – Residents of a town in the southern Gaza Strip have returned home to find much of their belongings lying under piles of rubble

15 agosto 2014 – 39esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: prosegue la tregua, dopo le incertezze di ieri.

Secondo il Palestinian Islamic Jihad un accordo definitivo tra le parti, per un duraturo cessate il fuoco, verrebbe firmato alla scadenza dei 5 giorni di tregua.

A Gerusalemme rilasciati, dalla prigione di Ashkelon e dal Russian Compound detention center, 96 palestinesi precedentemente arrestati.

Raid dell’esercito israeliano sul campo rifugiati di Aida, a Betlemme. Scontri nella zona di al-Tur, nella Gerusalemme occupata, a Hebron, Beit Furik, Nabi Saleh e Nablus. Decine i feriti. Arrestato a Hebron, durante gli scontri, Iyad Hamad, fotoreporter palestinese dell’Associated Press.

Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute di Gaza, il bilancio è arrivato a 1980 vittime palestinesi e 10.181 feriti. Danneggiati durante i bombardamenti 17 ospedali e 7 cliniche. Chiusi 10 ospedali e 44 cliniche. 22 ambulanze colpite. 83 membri del personale sanitario gazawi sono stati feriti e 19 uccisi. 16.800 case severamente danneggiate.

Rimasto aperto il valico di Kareem Shalom per l’entrata di aiuti umanitari dell’UNRWA.

Middle East Eye “Gazans pray in destroyed mosques”


Gaza Strip 07 aug 2014 - Beit Lahiya town

Gaza Strip 07 aug 2014 – Beit Lahiya town

14 agosto 2014 – 38esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: tregua prolungata di altri 5 giorni.

Nella notte, mezz’ora dopo la conferma dell’estensione del cessate il fuoco, 2 missili di Hamas su territorio israeliano e 4 raid aerei sulla Striscia, secondo il Ministero degli Interni di Gaza.

Si continua a lavorare sui negoziati a Il Cairo. Secondo Ziad al-Nakhaala, il leader del Palestinian Islamic Jihad, vicini ad una tregua duratura. Accordi raggiunti sull’espansione delle miglia di pesca dalla costa di Gaza e sull’apertura dei valichi nella Striscia. Facilitazioni per il passaggio attraverso il valico di Rafah.

Bloccato l’invio di armi a Israele, da Washington e Londra.

Dall’inizio dell’offensiva israeliana, 1416 tonnellate di aiuti umanitari entrati nella Striscia dal valico di Rafah, sotto il coordinamento della MezzaLuna Rossa egiziana.

Dopo l’uccisione a Gerusalemme Est del sedicenne palestinese Muhammad Abu Khdeir, si contano oltre 600 palestinesi detenuti. Solo questa notte 64 palestinesi arrestati nella West Bank. Altri 20 arresti tra Nablus e Betlemme.

Per il secondo giorno consecutivo la polizia israeliana vieta l’ingresso ai palestinesi nella moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme.

Più di 1950 vittime e più di 10.000 feriti palestinesi. 67 vittime israeliane, di cui 3 civili.

Colpi dall’artiglieria israeliana su terreno agricolo vicino a al-Sareej, nella zona a est di Khan Younis, a sud della Striscia.

Al Jazeera “Hunger strike”


“About Gaza” di Simone Camilli

13 agosto 2014 – 37esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: inizia l’ultimo giorno di tregua, con l’eterno dialogo tra delegazioni israeliane e palestinesi a Il Cairo.

Nella notte riprendono le irruzioni dell’esercito israeliano in case di civili, nei villaggi di Farun e Anabta, nel distretto di Tulkarem, in Cisgiordania. Altri 12 palestinesi arrestati in Cisgiordania, 57 a Gerusalemme Est.

Ancora fuoco israeliano sui pescherecci gazawi al largo di Rafah.

Missile israeliano inesploso a Beit Lahiya, provoca la morte di 5 civili, tra cui il giornalista palestinese Ali Shehda Abu Afash, e il giornalista italiano, Simone Camilli. 15 giornalisti palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’offensiva israeliana. 17 giornalisti sono stati feriti nella West Bank e 12 nella Striscia. Distrutte 16 abitazioni di giornalisti palestinesi. Oscurate dalle forze israeliane emittenti TV, radio e web palestinesi.

1951 vittime e 10.193 feriti palestinesi.

Iniziano il prossimo mese i lavori della commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, per le indagini sulle violazioni del Diritto Internazionale Umanitario sulla Striscia di Gaza, durante l’operazione “Protective Edge”.

Flickr “#GazaUnderAttack”


Gaza City (Gaza Strip) 11 aug 2014 - During ceasefire palestinian fishermen head out to sea

Gaza City (Gaza Strip) 11 aug 2014 – During ceasefire palestinian fishermen head out to sea

12 agosto 2014 – 36esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: secondo giorno di tregua sulla Striscia di Gaza. Si cerca di tornare nelle proprie case, mentre i negoziati tra governo israeliano e fazioni palestinesi continuano a Il Cairo.

Secondo l’emittente televisiva israeliana Channel 2, sembrerebbero raggiunti accordi su alcuni punti: consentire ai pescatori palestinesi di arrivare fino a 12 miglia dalla costa, aumentare a 250 al giorno il numero di camion che entrano nella Striscia per importare merci, aumentare a 500 al mese i permessi ai palestinesi per attraversare il valico di Erez, permettere i trasferimenti bancari da Cisgiordania a Striscia di Gaza via Autorità Palestinese, aprire il valico di Rafah al confine egiziano, liberare i prigionieri palestinesi.

Iniziata la distribuzione da UNRWA e Ministero degli affari sociali palestinesi, di beni di prima necessità, a 143 famiglie gazawi.

Il Ministero dell’istruzione palestinese documenta la distruzione di 22 scuole e il danneggiamento di altre 119. Attualmente 28 scuole sono usate come rifugio da 30.000 sfollati. 209.522 rifugiati in 88 scuole UNRWA.

1945 vittime palestinesi. Quasi 10.000 feriti.

Marina israeliana colpisce peschereccio palestinese a 1,2 miglia dalla costa di Rafah, a sud della Striscia di Gaza, violando la tregua di 72 ore.

Questa notte arrestati altri 12 palestinesi nella West Bank.


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11 agosto 2014 – 35esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: regge il cessate il fuoco iniziato dopo la mezzanotte. Vanno avanti le trattative a Il Cairo.

1940 vittime palestinesi. Quasi 10.000 feriti.

Riapre  il valico di Kareem Shalom, dopo il bombardamento di ieri, per l’ingresso nella Striscia di Gaza, di aiuti umanitari.

Il valico di Rafah rimane aperto solo per il passaggio di casi umanitari e per i palestinesi con passaporto straniero. Intanto nell’ospedale di el-Arish nel nord del Sinai, muore un palestinese ferito gravemente durante bombardamenti. Dall’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, soltanto 154 feriti palestinesi hanno ottenuto i permessi per attraversare il valico di Rafah. E soltanto 108 ambulanze con a bordo feriti hanno attraversato il valico di Erez.

AlJazeera “Khuzaa: attack and aftermath”


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10 agosto 2014 – 34esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Raid aerei israeliani nella notte su Deir al-Balah e sul quartiere di al-Barazil, a Rafah. Uccisi altri tre palestinesi. Questa mattina raid aereo a Jabalya. Un morto. Bombardamenti su Khan Younis, Gaza City, Beit Lahiya e Beer al-Naaja. Con un colpo di arma da fuoco, un soldato israeliano, ha ucciso un bambino di 11 anni nel campo profughi di al-Fawwar, a sud di Hebron. Nella notte, ucciso un attivista di al-Fatah, in un raid israeliano nel villaggio di Qabalan, nei pressi di Nablus.

Colpiti 160 target sulla Striscia, che hanno provocato 18 decessi. Lanciati da Hamas 85 missili sul territorio israeliano.

Sale il bilancio: 1939 vittime palestinesi. 9886 feriti.

Continuano i negoziati a Il Cairo dopo lo shabbat ebraico. Delle trattative sull’apertura del valico di Rafah, dovrebbero occuparsi le autorità egiziane e palestinesi. La delegazione palestinese aspetta ancora risposte dal governo di Tel Aviv sulla fine dell’embargo, sulla costruzione di un porto e di un aereoporto nella Striscia, sul rilascio dei prigionieri palestinesi e sulla creazione di un passaggio sicuro tra Cisgiordania e Striscia.

Il governo di Netanyahu non sarà sul tavolo delle trattative fino a che Hamas continuerà il lancio di missili su Israele. Le fazioni palestinesi chiuderebbero i negoziati oggi se i delegati israeliani continuano a rifiutare la discussione.

Parte a mezzanotte una nuova tregua di 72 ore.

International Solidarity Movement “More stories from Gaza”


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09 agosto 2014 – 33esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: ancora nessun accordo a Il Cairo tra governo israeliano e fazioni palestinesi.

Intanto continuano i bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Questa notte colpiti almeno altri 49 obiettivi lungo la Striscia.

Il numero delle vittime palestinesi è salito a 1914, di questi secondo i dati delle Nazioni Unite 1354 sono civili. 9861 feriti. Nonostante la paura, aumenta il numero di rifugati nelle scuole UNRWA: 238.097.

Negli attacchi aerei colpite le moschee di Izz Addin al-Qassam e di Shuhadaa, nei pressi del campo profughi di al-Nusseirat e la moschea di Hasan al-Banna nel quartiere di al-Zaytoun di Gaza City. Sale a 63 il numero di moschee completamente distrutte. Altre 150 danneggiate.

Bombardato anche il cimitero di Sheikh Radwan nella zona centrale della Striscia.

Danneggiate 153 scuole durante l’offensiva israeliana, di cui 90 gestite dalle Nazioni Unite.

Nella West Bank altri 15 palestinesi feriti, durante le decine di manifestazioni di protesta contro Israele.

Nel “Day of Rage” per Gaza, oggi in piazza migliaia di persone contro Israele e l’embargo della Striscia. Da Cape Town a Londra.

International Solidarity Movement “Photos: Protests for Gaza Day of Rage around the world”


Gaza, 3 agosto 2014

08 agosto 2014 – 32esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Ripresi i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza e il lancio di razzi di Hamas sulle aree a sud di Israele. Almeno 45 razzi nella zona di Ashkelon, Sderot, Eshkol e Sdot Negev.

E’ un bambino di 10 anni la prima vittima dopo la ripresa dei raid aerei, nel quartiere di Sheikh al-Radwan a Gaza City. Altri 4 morti. Almeno 31 feriti tra Gaza City, Rafah e Jabaliya. Dalla marina israeliana bombardamenti su Beit Lahiya.

Più di 1900 vittime palestinesi e 9.825 feriti. 221.554 i rifugiati negli edifici UNRWA.

Dall’inizio dell’offensiva, soltanto 90 feriti palestinesi gravi hanno ottenuto il permesso per attraversare il valico di Erez, al confine con Israele. Trattati al St Joseph’s hospital e al Maqased hospital a Gerusalemme Est, a Nazareth e negli ospedali giordani.

Le fazioni palestinesi danno parere negativo al proseguimento del cessate il fuoco, per la decisione del governo di Netanyahu di non revocare l’embargo che soffoca la Striscia ormai da 7 anni. I negoziati continuano a Il Cairo.

Ancora manifestazioni pro-Gaza in Cisgiordania. Ucciso dalle forze israeliane un palestinese a Jabal al-Tawil, vicino Ramallah.Almeno 50 feriti, di cui 40 solo a Hebron, nel quartiere di Bab al-Zawiya. 15 feriti a Nablus.

Nena News Agency “GAZA. Indagine sui crimini di guerra” – di Federica Iezzi


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07 agosto 2014 – 31esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: continua il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza tra Hamas e forze israeliane.

Ancora nessun accordo sul prolungamento della tregua. Intanto già 27.000 riservisti israeliani tornano a casa.

I dati del Ministero della Salute a Gaza parlano di 1886 vittime palestinesi e 9806 feriti.

Installati lungo la Striscia di Gaza 10 nuovi generatori di elettricità, aiuteranno in particolare la precaria situazione del settore sanitario.

Riparate 6 linee elettriche al nord della Striscia, a Khan Younis e a Gaza City.

Aperto il valico di Rafah, al confine con l’Egitto, per il passaggio di 40 tonnellate di aiuti umanitari. 7 feriti palestinesi hanno ottenuto l’utorizzazione ad attraversare il valico. Forniture mediche per l’al-Shifa hospital, a Gaza City, in arrivo dalla Giordania.

Al Jazeera “Gaza under fire. One month on”

Al Jazeera “Gaza: left in the dark”


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06 agosto 2014 – 30esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: regge la tregua umanitaria.

Continuano i negoziati a Il Cairo tra le fazioni palestinesi (Islamic Jihad, al-Fatah e Hamas). In arrivo delegati dal governo israeliano. In Egitto anche Tony Blair, rappresentante in Medio Oriente per Stati Uniti, Russia, UE e ONU, e Robert Serry, Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente.

Il governo israeliano avrebbe respinto le richieste di costruzione di un porto e di un aeroporto a Gaza, di creazione di un collegamento diretto e sicuro tra Striscia e Cisgiordania, dell’apertura del valico di Rafah. Avrebbe invece accettato le richieste palestinesi che riguardano la fine delle operazioni militari e la revoca dell’assedio a Gaza, il rilascio dei detenuti e l’estensione della attività di pesca nella Striscia entro 12 miglia nelle acque territoriali. Israele chiede la smilitarizzazione di Gaza in cambio della ricostruzione.

Il bilancio dopo un mese di combattimenti: 1885 vittime palestinesi, di cui 430 bambini. 9567 feriti, di cui 2878 bambini. 17 palestinesi uccisi nella West Bank durante manifestazioni pro-Gaza, dall’inizio dell’offensiva israeliana. 67 vittime israeliane, di cui 64 soldati e 3 civili. 463 feriti. 32 tunnel sotterranei distrutti dalle forze israeliane. 4800 siti bombardati sulla Stiscia. 134 fabbriche palestinesi distrutte, con oltre 30.000 operai rimasti senza lavoro. 5435 case distrutte e 32.150 parzialmente danneggiate nella Striscia. Danni per 150 milioni di dollari nell’industria alimentare. 12.000 persone perdono il lavoro. Danni per 150 milioni di dollari nel settore agricolo, per 40 milioni di dollari nel settore dell’allevamento, per 10 milioni di dollari in quello della pesca. 520.000 sfollati, di cui 270.000 rifugiati nelle scuole UNRWA. 3356 razzi di Hamas lanciati sul territorio israeliano, in particolare sulle aree a sud, di cui almeno 578 intercettati dal sistema Iron Dome. Uccisi 9 giornalisti palestinesi. Chiusi 4 ospedali e 84 scuole nella Striscia per gravi danni subiti durante i bombardamenti. Danneggiati altri 13 ospedali, 10 cliniche e 13 ambulanze. 16 membri del personale sanitario gazawi uccisi e 38 feriti. Danni per oltre 500.000 dollari all’unica compagnia farmaceutica della Striscia, la Middle East Pharmaceutical and Cosmetics Laboratories  Almeno 900.000 civili senza acqua potabile. Danni per 34 milioni di dollari alla rete idrica gazawi.

Intanto, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha firmato il disegno di legge che garantisce l’aumento di 225 milioni di dollari di fondi per finanziare Iron Dome, il sistema difensivo anti-missilistico di Israele. Invece il governo spagnolo ha bloccato per il mese di agosto le autorizzazioni per la vendita di armi a Israele.

La Corte Centrale di Gerusalemme libera 3 dei quattro israeliani accusati dell’uccisione di Mohammed Abu Khdeir, il giovane palestinese bruciato vivo, lo scorso 2 luglio, in un bosco presso il villaggio di Deir Yassin.

Il Manifesto “Pronti ad attaccare ancora” di Michele Giorgio

Al Jazeera “The Gaza tunnels”


Gaza, 3 agosto 2014

05 agosto 2014 – 29esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: tregua umanitaria di 72 ore (dalle 08.00).

Ritiro delle truppe di terra israeliane che rimarranno sul confine tra Striscia e Israele.

1875 vittime palestinesi. 9567 feriti. 267.960 rifugiati nei 90 edifici UNRWA. 64 soldani israeliani uccisi e 3 vittime civili.

Intanto a Il Cairo continuano i negoziati tra Hamas, Islamic Jihad e rappresentanti dell’Autorità Nazionale Palestinese. Richieste: cessate il fuoco, ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia, la fine dell’assedio e dell’embargo, l’apertura dei valichi, il diritto di pesca fino a 12 miglia nautiche dalla costa e il rilascio dei prigionieri palestinesi.

Attesi i rappresentanti della politica israeliana.

Le autorità israeliane annunciano la distruzione dei 32 tunnel sotterranei che collegavano Gaza a Israele.

300 camion carichi di medicine e cibo, dal valico di Kerem Shalom, sono attesi nella Striscia di Gaza.

Incontro tra Riyad al-Maliki, ministro degli Affari Esteri palestinese, e i rappresentanti della Corte Penale Internazionale. Discussa l’adesione allo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale e la denuncia dei crimini di guerra del governo Netanyahu.

International Solidarity Movement “Short stories from Gaza”

La storia del conflitto israelo-palestinese


Al Jazeera Arabic – Khuza’a (Gaza Strip)

04 agosto 2014 – 28esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: tregua umanitaria unilaterale di 7 ore (dalle 10.00 alle 17.00) sulla Striscia di Gaza, fatta eccezione nelle zone ad est di Rafah, dove continuano da giorni gli scontri tra le forze israeliane e quelle di Hamas.

Intanto almeno 16 palestinesi sono morti e 30 sono rimasti feriti, nel corso di attacchi dell’aviazione e dell’artiglieria israeliana nel campo profughi di al-Shati a Gaza City, nel campo profughi di al-Nusseirat e in quello di Tal al-Zaatar (nel centro e nel nord della Striscia), ad al-Qarara, a Beit Hanoun e a Rafah, dalla mezzanotte.

Durante il cessate il fuoco, le vittime sono state 21 e i corpi recuperati dalle macerie 32. Si contano così 1865 vittime palestinesi. 9470 feriti. 475.000 sfollati, di cui almeno 270.000 vivono nelle scuole UNRWA.

Difficoltosa la fornitura di acqua potabile a Rafah e Khan Younis. Distrutto il 70% dei pozzi d’acqua, nella Striscia.

Con la morte della piccola, di 8 anni, Aseel Muhammad al-Bakri, nel campo profughi di al-Shati, a Gaza City, i bambini vittime dell’offensiva israeliana salgono a 392, superando i numeri dell’operazione militare “Cast Lead”. A Khan Younis 116 bambini uccisi, a Gaza City 101, nella zona nord della Striscia 71, a Rafah 53, nella parte centrale della Striscia 51.

Secondo il Ministero delle infrastrutture palestinese, le aree della Striscia di Gaza maggiormente colpite e distrutte dai bombardamenti israeliani, sono il quartiere di Shujaya, a Gaza City, Beit Hanoun, nel nord della Striscia, e Abasan, nel governatorato di Khan Younis.

Hamas e Jihad Islamica sarebbero prossime ad annunciare una tregua umanitaria di 72 ore, risultato degli incontri a Il Cairo. Il governo di Netanyahu accetta.

AlJazeera “GAZA A life under siege”


http://www.lastampa.it/2014/08/03/multimedia/esteri/gaza-strage-vicino-alla-scuola-onu-IT1bHgACdil5LToT1kuxNP/pagina.html

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03 agosto 2014 – 27esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: intensi raid aerei durante la notte sulla Striscia di Gaza. Il Ministero della Sanità palestinese parla di: 1810 vittime palestinesi e almeno 9370 feriti.

L’esercito israeliano ha annunciato la morte in combattimento del soldato Hadar Goldin, ritenuto inizialmente catturato da Hamas.

Nonostante la ridistribuzione fuori dalle aree urbane gazawi, le truppe israeliane di terra mantengono una buffer zone di 500 metri al confine con la Striscia.

Continua il massacro nei pressi di Rafah, nel sud della Striscia. Colpita in un raid aereo israeliano scuola UNRWA a Rafah, che ospitava 3000 rifugiati. Almeno 10 vittime e 50 feriti. Settimo attacco israeliano a edifici UNRWA.

Dalla scomparsa dei tre coloni israeliani, più di 1500 palestinesi arrestati nella Striscia di Gaza e nella West Bank. Il numero di palestinesi nelle prigioni israeliane sale così a 6500.

BBC News 03 aug 2014 “Gaza crisis: chaos after deadly strike at UN school”


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02 agosto 2014 – 26esimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Intorno alla mezzanotte, il governo egiziano ha deciso l’apertura del valico di Rafah, per permettere l’evacuazione dei feriti gazawi, dopo i pesanti bombardamenti israeliani di ieri, che hanno provocato solo a Rafah 102 morti e almeno 350 feriti.

Bombardata l’Islamic University of Gaza. 137 scuole della Striscia danneggiate dall’inizio dell’offensiva israeliana.

Bombardate la moschea Imam al-Shafee, nel quartiere di al-Zaytoun, a Gaza City e l’antica moschea al-Omari a Jabaliya. Più di 10 moschee completamente distrutte, altre 80 moschee e due chiese danneggiate nei 26 giorni di conflitto.

Colloqui per un “cessate il fuoco” a Il Cairo, tra i rappresentanti di Palestine Liberation Organization, Hamas e Islamic Jihad. Tel Aviv ha annunciato che non parteciperà ai colloqui in programma a Il Cairo, per tentare di raggiungere una tregua definitiva.

Annuncio da parte dei media israeliani, di un eventuale parziale ritiro unilaterale delle truppe, preso dal governo Netanyahu.

Continua la martellante campagna di distruzione dei tunnel di Hamas.

Forze israeliane ridistribuite  fuori dalle aree urbane di Gaza, ma “Protective Edge” va avanti.

L’ambasciatore palestinese in Egitto annuncia l’aumento della distribuzione di elettricità sulla Striscia di Gaza, da parte del governo egiziano, da 27 a 32 megawatt, a partire da agosto.

Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute palestinese: 1712 vittime palestinesi, di cui 354 bambini. 9080 feriti, di cui 2502 bambini. 254.188 rifugiati.


Rafah border crossing closed

Rafah border crossing closed

01 agosto 2014 – Venticinquesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: accettata dal governo di Tel Aviv e da Hamas la tregua umanitaria di 72 ore, che è iniziata stamattina alle 8:00.

Solo due ore dopo, cessate il fuoco non rispettato sia dalle forze israeliane, sia da Hamas. Serrati bombardamenti israeliani a Gaza City, Beit Hanoun, Khan Younis, nei pressi di Rafah e al-Nasser. Almeno 121 morti e 350 feriti palestinesi. Missili di Hamas nei pressi di Karem Shalom.

Sarebbe stato catturato dal braccio armato di Hamas un soldato israeliano durante gli scontri a Rafah.

Ufficialmente revocata la tregua da parte di Tel Aviv.

Colpito il Youssef al-Najjar hospital a Rafah. Dall’inizio dell’offensiva israeliana, danneggiati 13 ospedali, 10 cliniche e 13 ambulanze nella Striscia. 16 membri del personale sanitario gazawi uccisi e 38 feriti.

Secondo il Ministero della Salute palestinese, evacuato il Youssef al-Najjar hospital a Rafah. E’ il quarto ospedale chiuso dall’inizio del conflitto, dopo l’al-Wafa Rehabilitation hospital e l’al-Durrah Paediatric hospital, a Gaza City, e il Beit Hanoun Hospital.

Il valico di Rafah continua a rimanere chiuso. Trattati dagli ospedali egiziani di El-Arish, Ismailyya e Il Cairo soltanto 140 palestinesi feriti che hanno ottenuto il permesso di attraversare Rafah, dall’inizio dell’offensiva.

In 50.000 a Hebron, per manifestazione pro-Gaza. 90 feriti negli scontri con l’esercito israeliano. A Ramallah 1 morto e 15 feriti. 1 morto a Tulkarem. Le vittime durante manifestazioni di protesta salgono così a 13 nella West Bank.

Almeno 1500 vittime palestinesi. Quasi 9000 feriti nella Striscia di Gaza. 63 soldati israeliani e 3 civili uccisi, più di 400 feriti. 250.000 palestinesi, rifugiati negli edifici dell’UNRWA a Gaza.

Aperte altre 3 scuole UNRWA a Rafah. Il totale dei rifugi UNRWA a disposizione dei civili palestinesi sale a 90.

Al Arabiya News

Ma’an News Agency


Gaza Strip - Shymaia suffered internal bleeding and was hospitalised at the Shifa hospital in Gaza City

Gaza Strip – Shymaia suffered internal bleeding and was hospitalised at the Shifa hospital in Gaza City

31 luglio 2014 – Ventiquattresimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

I numeri dell’Operazione “Protective Edge”, sorpassano quelli dei 22 giorni dell’offensiva “Cast Lead” del 2008-2009, in cui si contarono, nella Striscia di Gaza, 1417 vittime e 5303 feriti.

Nel 2005 durante l’operazione “Disengagement” si contarono 112 vittime palestinesi e 27 israeliane.

Nel 2012 l’operazione “Pillar of defence”, ha provocato la morte di 2332 palestinesi e 61 israeliani.

Ad oggi 1422 vittime, di cui 345 bambini. I feriti hanno raggiunto quota: 8265, di cui 1786 bambini. 225.178 rifugiati nelle scuole UNRWA.

Il portavoce del Ministero della Salute a Gaza, Ashraf al-Qidra, parla di 4.987 case distrutte, lungo la Striscia, e 26.270 case danneggiate.

L’esercito israeliano ha emesso nuovi ordini di mobilitazione, per ulteriori 16.000 riservisti, per le turnazioni delle truppe via terra.

Dall’inizio del conflitto, solo 110 palestinesi feriti gravemente, hanno avuto l’autorizzazione ad attraversare il valico di Rafah, per ricevere cure negli ospedali egiziani.

Rifornimento di artiglieria a Israele, da parte degli Stati Uniti. Continua la campagna di Netanyahu sulla distruzione dei tunnel di Gaza.

Al Jazeera “Interactive: #GazaUnderAttack”


Jabalya (Gaza Strip) 30 luglio 2014 - Scuola UNRWA colpita dai bombardamenti israeliani

Jabalya (Gaza Strip) 30 luglio 2014 – Scuola UNRWA colpita dai bombardamenti israeliani

30 luglio 2014 – Ventitreesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Colpita un’altra scuola UNRWA, a Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, che dava rifugio a 3300, degli ormai 215.000 rifugiati. Almeno 16 vittime.

Iniziata una tregua umanitaria di 4 ore (dalle 15.00), solo nelle zone dove non sono in corso combattimenti.

Nell’ultimo giorno della festa islamica dell’Eid al-Fitr, bombardamento da parte dell’aviazione israeliana sul mercato di Shujaya, a Gaza City. Almeno 17 le vittime. Più di 200 i feriti, trasportati all’ospedale al-Shifa. Non rispettata la tregua umanitaria.

Le vittime palestinese nelle ore della “tregua”, sono almeno 34. Ritrovati i corpi di almeno 20 palestinesi sotto le macerie di edifici bombardati nel nord della Striscia.

Secondo i dati del ministero della Salute palestinese, l’ultimo bilancio è di 1360 vittime e 7677 feriti palestinesi. 7 feriti palestinesi attraversano il valico di Rafah, al confine con l’Egitto.

Al Jazeera “Gaza market bombed during Israel army pause”


Gaza Strip – Israel shell Gaza’s sole power plant

29 luglio 2014 – Ventiduesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Solo nella giornata di oggi, secondo giorno della festa dell’Eid al-Fitr, che segna la fine del Ramadan, 120 vittime palestinesi. In totale raggiunti 1130 morti, di cui quasi 300 bambini. 6720 feriti, di cui almeno 1300 bambini.

Colpite la sede della stazione televisiva palestinese al-Aqsa.

Bombardata unica centrale elettrica di Gaza funzionante. 5 delle 10 linee elettriche nella Striscia di Gaza, sono state gravemente danneggiate dagli attacchi israeliani. Gaza City ha meno di due ore di elettricità al giorno.

Nena News Agency “DIRETTA. Notte di sangue a Gaza”


Gaza City (Gaza Strip) – Israeli forces bombed al-Shifa hospital and a park near the beach in Gaza City, killing at least 10 children on the first day of the Eid al-Fitr holiday

28 luglio 2014 – Ventunesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: Eid al-Fitr.

Inizia la festa di tre giorni che chiude il mese di Ramadan, con più di 1060 morti e 6000 feriti. Più di 165.000 i profughi. I morti nelle fila dell’esercito israeliano sono 43. Solo nel primo giorno dell’Eid al-Fitr 44 palestinesi uccisi. Almeno 12 corpi ritrovati sotto le macerie.

Continuano i bombardamenti: sul campo profughi di al-Nusseirat e su Khan Younis. Raid aerei su tutta la Striscia. Bombardata la zona circostante l’ospedale al-Shifa a Gaza City e un parco giochi vicino la spiaggia di Gaza City, nei pressi del campo profughi di al-Shati. Uccisi almeno 10 bambini.

Nena News Agency 28/07/2014 “GAZA. Ospedali sotto le bombe” – di Federica Iezzi


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27 luglio 2014 – Ventesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

L’ultimo giorno di Ramadan a Gaza, inizia con un bilancio di 1062 vittime palestinesi. Più di 6000 feriti. 200.000 rifugiati nelle scuole UNRWA.

L’ONU chiede una tregua umanitaria di 24 ore. Hamas accetta. Israele rifiuta.

Anche l’esercito egiziano continua lo smantellamento dei tunnel sotterranei da Gaza. Distrutti altri 13.


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26 luglio 2014 – Diciannovesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: tregua umanitaria di 12 ore nella Striscia di Gaza (dalle 8.00 alle 20.00).

Recuperati almeno 151 corpi carbonizzati dai bombardamenti, schiacciati sotto grigi edifici distrutti, mutilati e insanguinati. Molti di questi sono stati rinvenuti nel quartiere di Shujaya, zona est di Gaza City e nel villaggio di Khuza’a, a sud della Striscia. Continua l’incessante lavoro del personale sanitario, privo di alcuna protezione.

Nelle ore precedenti l’inizio della tregua, nuovi bombardamenti a Khan Younis, a sud della Striscia. Uccisi 35 civili. Sterminata una famiglia di 20 membri, nel campo profughi della città.

Chiesta l’estensione della tregua di ulteriori 12 ore. Non rispettata.

Continua la distruzione dei tunnel di Gaza, da parte delle forze israeliane.

Bilancio: 1032 vittime palestinesi. 5900 feriti. Secondo i dati delle Nazioni Unite 165mila sfollati.

Il Manifesto 26/07/2014 “Ritorno tragico tra le macerie di Gaza” – di Michele Giorgio


Striscia di Gaza 25 luglio 2014 - Ospedale di Beit Hanoun

Striscia di Gaza 25 luglio 2014 – Ospedale di Beit Hanoun

25 luglio 2014 – Diciottesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: 865 morti. 5730 feriti. Sale il numero di sfollati a 100.487.

Oggi e domani aperto il valico di Kerem Shalom, al confine tra Striscia di Gaza, Israele ed Egitto, per l’ingresso di aiuti umanitari.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto la possibilità di aprire un corridoio umanitario, per consentire l’ingresso di materiale sanitario nella Striscia di Gaza e per permettere l’evacuazione di feriti. Soltanto 61 feriti hanno avuto il permesso di attraversare il valico di Rafah, al confine con l’Egitto.

Secondo il Ministero della Salute palestinese dei 13 ospedali presenti nella Striscia di Gaza, 6 sono stati obiettivi dei bombardamenti indiscriminati e sono oggi danneggiati. Ventisei tra servizi medici, ambulanze, cliniche e ospedali maggiori sono stati oggetto della furia israeliana.

Dall’inizio dell’offensiva israeliana via terra, l’ultimo a essere colpito in ordine di tempo è stato l’ospedale di Beit Hanoun, a nord della Striscia. Dopo i bombardamenti di ieri sulla scuola dell’UNRWA che accoglieva profughi palestinesi, venerdì anche il nosocomio è stato investito dai colpi dei carri armati israeliani. Al suo interno sono rimasti bloccati pazienti, civili e 61 persone dello staff medico. L’ospedale è stato parzialmente evacuato, mentre l’esercito israeliano circondava le aree limitrofe.

Ieri è stata colpita un’altra ambulanza: è morto un paramedico e un altro è gravemente ferito.

Cessate il fuoco proposto dal Segretario di Stato degli Stati Uniti, John Kerry, rifiutato da Israele. Manifestazioni pro-Gaza in Iran.

Nena News Agency “DIRETTA GAZA. Oltre 800 morti, scene da Intifada a Ramallah”


http://www.rainews.it/dl/rainews/media/La-scuola-Onu-dei-rifugiati-colpita-da-un-attacco-Israeliano-tra-le-vittime-anche-bambini-3bd7d16a-9f47-4767-a41c-783108c93995.html

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24 luglio 2014 – Diciassettesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Nella Striscia di Gaza la giornata inizia con il bombardamento israeliano  in una scuola UNRWA, a Deir Al Balah, dove vivevano 1500 rifugiati plaestinesi.

Decine di feriti. Continua la rappresaglia nel pomeriggio, viene colpita un’altra scuola UNRWA a Beit Hanoun. 16 morti. Almeno 200 feriti. Dure le condanne da parte dell’ONU.

Bombardato anche l’ospedale pediatrico al-Durrah  a Gaza City. E’ morto un bambino di due anni, già severamente ferito, in trattamento nel reparto di terapia intensiva. E i feriti sono stati almeno 30.

Le vittime palestinesi sono salite a 779. Oltre 4700 feriti. 32 soldati israeliani morti negli scontri. 141.338 rifugiati nelle 83 scuole UNRWA della Striscia.

Oltre 100 feriti e un morto durante le manifestazioni a Gerusalemme, Ramallah e Betlemme. Almeno 10mila partecipanti.

Nena News Agency “Diretta Gaza. Emergenza umanitaria senza precedenti. Strage in una scuola dell’UNRWA”


Gaza Strip 23 july 2014 – Massacre in Khuza’a village

23 luglio 2014 – Sedicesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: 141mila sfollati nelle strutture dell’UNRWA. Dall’inizio dell’offensiva 693 morti palestinesi. 4519 feriti.

Interamente distrutto dalla pioggia di missili israeliani, il centro ospedaliero geriatrico e di riabilitazione al-Wafa, nel quartiere di Shujaya. Il bilancio è stato di almeno 7 cliniche mediche lesionate, 5 membri dello staff sanitario uccisi e altri 13 feriti.

Pesanti bombardamenti nel villaggio di Khuza’a, a sud della Striscia di Gaza.

Il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU approva la formazione di una Commissione d’inchiesta per crimini di guerra, da parte di Israele, su Gaza.


Bombardamenti su Gaza City

Bombardamenti su Gaza City

22 luglio 2014 – Quindicesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Continuano le manifestazioni di protesta a Gerusalemme est e Cisgiordania. Morto un giovane.

Il portavoce del ministero della Sanità a Gaza, Ashraf al-Qidra, ha parlato di un bilancio salito a 616 morti e 3750 feriti. Più di 100.000 sfollati.

Ospedali, strutture sanitarie, ambulanze e personale medico target dei bombardamenti indiscriminati israeliani.

Rigettata da Israele la proposta dell’ONU di una tregua umanitaria.

Per il terzo giorno consecutivo manifestazioni pro-Gaza a Istanbul. Si scende in piazza dopo l’iftar, la cena che spezza il digiuno nei giorni di Ramadan. Manifestazioni in tutta Europa.

Nena News Agency “Diretta GAZA. Oltre 600 vittime in due settimane, bombe su moschee e abitazioni”


http://www.ilgiornale.it/video/mondo/bombardato-ospedale-aqsa-gaza-1039620.html

Deir al-Balah (Gaza Strip) - Al-Aqsa hospital

Deir al-Balah (Gaza Strip) – Al-Aqsa hospital

21 luglio 2014 – Quattordicesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: 558 vittime. 3150 feriti.

Il movimento libanese di Hezbollah, vicino alla lotta di Hamas.

Lunedì scorso i carri armati israeliani hanno devastato l’ospedale al-Aqsa, a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando la morte di almeno 5 persone e il ferimento di più di 50 civili. E’ stato danneggiato e reso inutilizzabile il sistema di erogazione di ossigeno dell’ospedale. I bombardamenti non sono stati preceduti da nessun avvertimento.

Al Jazeera “Deaths as Israeli tanks shell Gaza hospital”


Gaza City (Striscia di Gaza) 20 luglio 2014 – Bombardamenti nel quartiere di Shujaya

20 luglio 2014 – Tredicesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Pesanti bombardamenti nel quartiere di Shujaya, nella zona est di Gaza City. Nell’ospedale al-Shifa di Gaza City si lavora ininterrottamente per far fronte alle decine di gravi feriti e alle vittime delle esplosioni. La Croce Rossa Internazionale chiede un cessate il fuoco di due ore, per recuperare corpi di morti e feriti a Shujaya. Israele accetta, ma non rispetta la tregua.

440 vittime palestinesi, di cui 112 bambini. 72 le vittime del massacro di Shujaya. Morti anche 13 soldati israeliani.

E’ salito a più di 3000 il numero dei feriti. 135.000 rifugiati.

Al Jazeera “Shujayea: Massacre at Dawn”


Striscia di Gaza 19 luglio 2014 - Durante il funerale di due bambini uccisi ieri a Gaza: Qasim Alwan, 4 anni, e Imad Alwan, 6 anni.

Striscia di Gaza 19 luglio 2014 – Durante il funerale di due bambini uccisi ieri a Gaza: Qasim Alwan, 4 anni, e Imad Alwan, 6 anni.

19 luglio 2014 – Dodicesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”. Secondo il Ministero della Salute palestinese, sono state uccise da Israele 334 persone. 2400 feriti.

Attacco ad una moschea di Khan Younis, dove ha perso la vita una famiglia intera di 7 membri.

Attaccati oltre 2350 obiettivi nella Striscia. Distrutti almeno 25 tunnel sotterranei che partono dalla Striscia e portano in territorio israeliano (13) e in Egitto.

Secondo i dati dell’UNICEF 59 bambini uccisi, dall’inizio del conflitto. Più di 900.000 persone non hanno accesso all’acqua potabile.

Nena News Agency “E’ strage di civili palestinesi, colpite intere famiglie”


Beit Hanoun hospital

Beit Hanoun hospital

18 luglio 2014 – Undicesimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”. Nella notte completamente distrutto l’ospedale al-Wafa, a Gaza City.

Da alcune granate lanciate dall’esercito israeliano dentro Gaza, presenza di un gas bianco. Dopo averlo respirato, a dozzine hanno avuto bisogno di cure. Non sarebbe tossico, servirebbe solo ad impedire ai residenti di vedere.

296 vittime, di cui 71 bambini. 62 solo nella giornata di oggi. Quasi 2000 feriti. Più di 40.000 rifugiati nelle strutture dell’UNRWA.

I carri armati colpisco l’ospedale di Beit Hanoun, nella zona nord-est della Striscia di Gaza.

Nella Striscia colpite centrali elettriche e sistemi di trattamento dell’acqua.

A Gerusalemme, sulla spianata delle moschee, 40 palestinesi feriti durante scontri con forze di sicurezza israeliane. 30 palestinesi arrestati a Haifa, durante manifestazione pro-Palestina.


Durante la tregua umanitaria nella Striscia di Gaza

Durante la tregua umanitaria nella Striscia di Gaza

17 luglio 2014 – Decimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”. Tregua umanitaria nella Striscia di Gaza, violata sia da colpi di mortaio di Hamas, verso zone a sud di Israele (Eshkol), sia dal governo di Tel Aviv.

Al termine della tregua i raid israeliani e i lanci di razzi sono ripresi con grande intensita’. La lista delle vittime si e’ presto allungata. La stima del numero di palestinesi morti è di 236. 1700 feriti.

Movimento di mezzi militari israeliani al confine con Gaza. Possibilità di attacco via terra.

Intanto a Gerusalemme continuano gli arresti. Nella scorsa notte altri 21 arresti, che fanno salire il numero di palestinesi portati in prigione a 201, di cui soltanto 45 ufficilamente accusati.

Colpito ancora l’ospedale al-Wafa a Gaza City, quasi totalmente evacuato. Feriti membri dell’equipe sanitaria.

Ore 21.30 Con lo schieramento di 8 mila soldati, iniziata l’offensiva israeliana via terra sulla Striscia. Truppe e tank sono penetrati in diverse aree di Gaza, sferrando un attacco su tutti i fronti, nel nord, nel centro e nel sud. Iniziata la campagna di distruzione dei tunnel di Gaza.

Bombardato il porto di Gaza, dalla marina israeliana. Gaza è rimasta al buio, illuminata solo dai colpi sparati da terra, cielo e mare.

Nena News Agency “GAZA. Iniziata l’offensiva via terra”


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16 luglio 2014 – Nono giorno dell’Operazione “Protective Edge”. Il numero di palestinesi uccisi è salito a 216.

Più di 1800 raid aerei israeliani sulla Striscia. Bombardate abitazioni di leader di Hamas. Ancora bombardamenti nei pressi dell’ospedale al-Wafa, a Gaza City, già severamente danneggiato, quattro giorni fa, dall’attacco da parte di droni israeliani.

Missili dalla marina israeliana sulla spiaggia di Gaza City, uccidono 4 bambini.

L’ONU chiede sospensione dei bombardamenti per sei ore (dalle 10.00 alle 16.00), per la giornata di domani. Il governo di Tel Aviv accetta.

http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2014/20140716_video_18593171/00023020-bombardamenti-a-gaza-strage-di-bambini-sulla-spiaggia.php


Gaza Strip - A Palestinian boy looks a wall following an Israeli air strike in Beit Hanoun, in the northern of Gaza Strip

Gaza Strip – A Palestinian boy looks a wall following an Israeli air strike in Beit Hanoun, in the northern of Gaza Strip

15 luglio 2014 – Ottavo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, rifiutano la proposta egiziana di cessate il fuoco. Hamas chiede l’apertura di tutti i valichi della Striscia di Gaza e la revoca dell’embargo, i fondi necessari per il pagamento di 40.000 dipendenti pubblici, che non ricevono salari da almeno 3 mesi, e la liberazione dei militanti palestinesi arrestati dal governo israeliano in Cisgiordania.

Parere favorevole alla proposta egiziana sia di Abu Mazen (Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese), sia di Benjamin Netanyahu (Primo Ministro israeliano).

Chiuso il valico di Erez. Ordine di evacuazione nei quartieri di Zeitoun e Shujaya, a Gaza City.

Il bilancio è di 198 morti e 1400 feriti. 560 case distrutte. Almeno altre 500 danneggiate. 17.000 palestinesi hanno trovato rifugio in strutture delle Nazioni Unite. Prima vittima israeliana dall’inizio del conflitto, nei pressi del valico di Erez.

Nena News Agency “DIRETTA GAZA. Ripresi i bombardamenti. Unrwa: distruzione immensa”


Gaza Strip - A Palestinian woman wearing a mask holds her son as she stands outside her house which police said was damaged in an Israeli air strike on a neighbouring house in Gaza City

Gaza Strip – A Palestinian woman wearing a mask holds her son as she stands outside her house which police said was damaged in an Israeli air strike on a neighbouring house in Gaza City

14 luglio 2014 – Settimo giorno dell’Operazione “Protective Edge”: 185 palestinesi uccisi, di cui 35 bambini, e 1385 feriti. 17.000 civili hanno lasciato le proprie case, sotto la minaccia di bombardamenti dal governo di Tel Aviv.

Richiamati alle armi da Israele 42.000 riservisti.

Intanto in Cisgiordania arrestati altri 23 palestinesi. 1 morto.

Il valico di Rafah aperto anche per il passaggio di pellegrini palestinesi diretti in Arabia Saudita per l’Hajj, il sacro pellegrinaggio a La Mecca dell’Islam. Ingresso in Egitto attraverso Rafah, solo per 4 feriti gravi palestinesi. L’Egitto propone un “cessate il fuoco”.

Nena News Agency “GAZA. Settimo giorno di bombardamenti, in Israele razzi da Siria e Libano. Pronti 42 mila riservisti per l’invasione via terra – DIRETTA”


Gaza Strip - A palestinian carries his belongings as he walks past the rubble of his family's house which police said was destroyed in an Israeli air strike in Gaza City

Gaza Strip – A palestinian carries his belongings as he walks past the rubble of his family’s house which police said was destroyed in an Israeli air strike in Gaza City

13 luglio 2014 – Sesto giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

800 richieste di evacuazione da parte di palestinesi con passaporto straniero. Molti palestinesi trovano rifugio nei campi dell’UNRWA a nord della Striscia. Dall’Egitto arrivano nella Striscia medicinali e supplementi nutrizionali.

Bilancio: 168 morti e più di 1000 feriti.


Gaza Strip – Israeli sniper killing wounded civilian

12 luglio 2014 – Quinto giorno dell’Operazione “Protective Edge”: 151 morti e quasi 1000 feriti.

Nella sola giornata di oggi almeno 45 palestinesi uccisi dai 1160 raid aerei. Bombardata la moschea di al-Farouq nel campo profughi di al-Nusseirat.

Bombardamenti da droni e avvertimento di evacuazione all’ospedale di al-Wafa, nel quartiere di Shujaya a Gaza City. Gli ospedali sono vicini al collasso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala l’insufficienza di forniture mediche e di carburante per i generatori autonomi di elettricità. Condizioni che non consentono di gestire l’ondata dirompente di feriti, mutilati e invalidi.

Chiuso da ieri nuovamente il valico di Rafah, al confine egiziano. Riaperto in tarda mattinata, per l’evacuazione dei feriti gravi.

Scontri anche in Cisgiordania tra esercito israeliano e manifestanti palestinesi.

Nena News Agency “GAZA. Sempre più critica la situazione sanitaria” di Federica Iezzi

Il Manifesto 12 luglio 2014 “Droni israeliani contro gli ospedali” di Michele Giorgio


Gaza Strip - Rafah crossing

Gaza Strip – Rafah crossing

11 luglio 2014 – Quarto giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

Il governo israeliano ha intimato a 100mila residenti nel nord della Striscia di Gaza, a Beit Lahiya, Beit Hanoun e Abasan al-Saghira, di lasciare le proprie case.

Altri 8 palestinesi uccisi durante la scorsa notte. Secondo il Ministero della Salute palestinese si contano 98 morti e più di 600 feriti nella Striscia. Almeno 300 case danneggiate e crescono i numeri degli sfollati, arrivati già a 2000. Colpiti dall’aviazione israeliana 1090 siti nella Striscia di Gaza. 407 i missili lanciati da Hamas, di cui 118 intercettati dal sistema IronDome di Isreale.

Secondo il Ministero degli Interni di Gaza soltanto 11 palestinesi feriti hanno avuto il permesso di passare attraverso il valico di Rafah nella giornata di ieri.

Bombardati : la moschea del quartiere di Zeitoun, a Gaza City, e il campo profughi di Jabaliya, a nord della Striscia.

Nena News Agency “DIRETTA. Gaza, vicina l’invasione via terra”

Radio Città Aperta – 11 luglio 2014 “Una voce dal mattatoio di Gaza. Intervista a Michele Giorgio”


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10 luglio 2014 – Terzo giorno dell’Operazione “Protective Edge”.

I 322 raid aerei la scorsa notte, fanno salire a 750 i siti colpiti.

Ashraf al-Qidra, il portavoce del Ministero della Salute palestinese, parla di almeno 87 morti, di cui 23 bambini, e più di 550 feriti nella Striscia di Gaza, dall’inizio dell’operazione militare sferrata negli ultimi giorni dall’aviazione israeliana sulla Striscia. Almeno 150 case distrutte o severamente danneggiate. Quasi 900 sfollati

A Rafah, sul confine egiziano, lanciati 95 attacchi aerei. 130 missili su case, terreni agricoli, aree pubbliche comuni, tunnel di collegamento con l’Egitto e centri di formazione militare legati ad Hamas. Dozzine di bombardamenti da forze navali e forze di terra isrealiane. 5 morti. Almeno 50 feriti, tra cui almeno 10 bambini. Decine di case distrutte.

A Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, a pochi chilometri dal confine egiziano, almeno 74 attacchi aerei hanno colpito due moschee, case, terreni agricoli, ospedali e siti paramilitari. Le vittime identificate sono 27, di cui 6 bambini. Ferite centinaia di persone.

4 morti anche a Zeitoun, sud della Striscia di Gaza.

A Gaza City 42 raid aerei israeliani hanno colpito obiettivi civili. Almeno 8 sono i morti.

Nella zona centrale della Striscia di Gaza, proprietà civili nei pressi di al-Mughraqa sono state bersagli del lancio di almeno 30 missili isrealiani. 4 morti e decine di feriti. Colpiti anche i campi profughi di al-Nussairat, dove sono morte tre persone, di al-Boreij e di al-Maghazi dove sono morte altre 5 persone.

Nel nord della Striscia di Gaza, ad al-Qarara, Beit Hanun, Beit Lahia e Abraj al-Sheikh Zayed contati 112 raid aerei. Usati 114 missili contro case, civili, terreni coltivati. I morti sono saliti almeno a 25 e il numero di feriti continua ad aumentare.

Questa mattina aperto il valico di Rafah, al confine egiziano, esclusivamente per il trasporto di feriti gravi. Le autorità egiziane non lo aprivano dal 3 luglio. Allertati gli ospedali del Sinai, per accogliere le centinaia di feriti gazawi. Mentre il valico di Erez, al confine con Israele, è stato danneggiato da 8 missili, lanciati dall’aviazione israeliana.

Frontiere News “L’Egitto apre il valico di Rafah per i feriti gazawi” di Federica Iezzi


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09 luglio 2014 – Secondo giorno dell’Operazione “Protective Edge”. Bombardamenti dalla marina e dall’aviazione israeliana sui Territori Palestinesi.

Danneggiato l’European Gaza Hospital, durante un attacco a Khan Younis, a sud della Striscia. Le notti diventano sempre più difficili. Il rumore assordante delle esplosioni e l’odore amaro della polvere da sparo riempiono la porta del pronto soccorso. Molte famiglie dormono nelle aree circostanti l’ospedale. Tutti i letti della terapia intensiva generale sono occupati, molti da donne e bambini. Il personale sanitario si avvicenda con turni di 24 ore. L’ospedale è senza elettricità e senza acqua per la maggior parte della giornata. Le sale operatorie sono state parzialmente lesionate da colpi di artiglieria, ma riescono ancora a rimanere funzionanti. La mancanza di farmaci essenziali e di forniture mediche ha raggiunto livelli critici. Pericolosi e senza copertura gli spostamenti delle ambulanze e del personale sanitario, che avvengono solo prima delle 11 di mattino, diventati, contro ogni norma del Diritto Internazionale Umanitario, target delle bombe israeliane.

54 morti e più di 300 feriti il bilancio della giornata. Altri 140 palestinesi arrestati in Cisgiordania. Più di 50 abitazioni distrutte.

Decollati dall’Italia alla volta della base israeliana di Hatzerim, due cacciabombardieri dell’Alenia Aermacchi M-346, contro la legge 9/7/1990 n. 185, contenente norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Nella norma si descrive il divieto della esportazione verso Paesi in stato di conflitto armato, verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’art. 11 della Costituzione e verso Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell’UE o del Consiglio d’Europa.


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08 luglio 2014 – Con l’operazione “Protective Edge”, scattata nella notte tra il 7 e l’8 luglio, Israele scaglia 160 raid aerei in una sola notte contro obiettivi collegati ad Hamas e obiettivi civili.

Se all’inizio gli attacchi aerei israeliani erano confinati a terre non abitate, a fattorie e terre coltivate, oggi vengono centrati indiscriminatamente case e strutture civili, oltre siti di addestramento di gruppi armati palestinesi.

Più di 30 palestinesi feriti. Almeno 18 morti nella Striscia di Gaza.

Nena News Agency “DIRETTA. Israele lancia l’operazione militare “Barriera protettiva” a Gaza”


Israeli soldiers invade more palestinian homes in Hebron

12 giugno 2014 – Tutto ha avuto inizio il 12 giugno con la scomparsa di Eyal Yifrah, Gil-Ad Shayer e Naftali Frenkel, dalla colonia di Gush Etzion, in Cisgiordania, nei pressi di Hebron. I corpi senza vita dei tre ragazzi furono trovati 18 giorni dopo.

Alla notizia, è seguito l’omicidio di Mohammed Abu Khdeir, sedicenne palestinese, spietatamente bruciato, fino alla morte, nel quartiere arabo di Shu’fat a Gerusalemme Est.

Oltre 500 palestinesi arrestati, durante le violente giornate di ricerca dei tre coloni israeliani, dall’esercito di Tel Aviv. Incursioni e perquisizioni in case ed edifici in Cisgiordania.

Intanto raid aerei e lanci di razzi accompagnano le notti a Gaza. 11 palestinesi uccisi. 22 palestinesi feriti, tra cui due bambini.

Senza fine le rappresaglie nei territori occupati palestinesi. Vortice di attacchi aerei su Cisgiordania, Gerusalemme occupata e Striscia di Gaza. I missili lanciati dalla Striscia di Gaza, inercettati dal sofisticato sistema israeliano Iron Dome, hanno raggiunto Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa, senza provocare nessuna vittima.

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GAZA. Ospedali sotto le bombe

Gaza City (Striscia di Gaza) 28 luglio 2014 – Al-Shifa hospital dopo il bombardamento israeliano che ha ucciso 10 bambini

 

Nena News Agency – 28 luglio 2014

 

Nella Striscia di Gaza devastati ospedali, ambulanze, servizi e forniture mediche. Colpito duramente il personale sanitario che continua, senza sosta, a curare feriti e a strappare alla morte centinaia di civili 

 

 

Striscia di Gaza - Ospedale di Beit Hanoun -

Striscia di Gaza – Ospedale di Beit Hanoun –

 

di Federica Iezzi

Khan Younis, 28 luglio 2014, Nena News – E’ il ventesimo giorno dall’inizio dell’attacco israeliano a Gaza. Il numero di palestinesi uccisi supera i 1000, per lo più civili. Almeno 194 sono bambini. I morti nelle fila dell’esercito israeliano sono 43. I feriti palestinesi sono più di 6.000 e continuano drammaticamente ad aumentare. Almeno 1300 sono bambini. Più di 165.000 i profughi.

Sabato, durante la tregua umanitaria di 12 ore – che  pareva prolungata a 24 – sono stati recuperati almeno 151 corpi carbonizzati dai bombardamenti, schiacciati sotto grigi edifici distrutti, mutilati e insanguinati. Molti di questi sono stati rinvenuti nel quartiere di Shujaya, zona est di Gaza City e nel villaggio di Khuza’a, a sud della Striscia. Continua l’incessante lavoro del personale sanitario, privo di alcuna protezione.

Secondo il Ministero della Salute palestinese dei 13 ospedali presenti nella Striscia di Gaza, 6 sono stati obiettivi dei bombardamenti indiscriminati e sono oggi danneggiati. Ventisei tra servizi medici, ambulanze, cliniche e ospedali maggiori sono stati oggetto della furia israeliana.

Dall’inizio dell’offensiva israeliana via terra, l’ultimo a essere colpito in ordine di tempo è stato l’ospedale di Beit Hanoun, a nord della Striscia. Dopo i bombardamenti di giovedì sulla scuola dell’UNRWA che accoglieva profughi palestinesi, venerdì anche il nosocomio è stato investito dai colpi dei carri armati israeliani. Al suo interno sono rimasti bloccati pazienti, civili e 61 persone dello staff medico. L’ospedale è stato parzialmente evacuato, mentre l’esercito israeliano circondava le aree limitrofe. Ieri è stata colpita un’altra ambulanza: è morto un paramedico e un altro è gravemente ferito.

Nella notte tra giovedì e venerdì è stato bombardato anche l’ospedale pediatrico al-Durrah  a Gaza City. E’ morto un bambino di due anni, già severamente ferito, in trattamento nel reparto di terapia intensiva. E i feriti sono stati almeno 30.

Giovedì della scorsa settimana, dopo l’attacco aereo israeliano, è stato completamente evacuato il centro ospedaliero geriatrico e di riabilitazione al-Wafa, nel quartiere di Shujaya. Mercoledì è stato interamente distrutto dalla pioggia di missili israeliani. Il bilancio è stato di almeno 7 cliniche mediche lesionate, 5 membri dello staff sanitario uccisi e altri 13 feriti.

Nei giorni passati è stata colpita da ininterrotti bombardamenti – insieme a 12 ambulanze – la clinica medica al-Atatra, nell’omonimo quartiere di Beit Lahiya, a nord di Jabaliya. E’ stato attaccato per la seconda volta l’ospedale Balsam, a nord della Striscia.

Lunedì scorso i carri armati hanno devastato l’ospedale al-Aqsa, a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando la morte di almeno 5 persone e il ferimento di più di 50 civili. E’ stato danneggiato e reso inutilizzabile il sistema di erogazione di ossigeno dell’ospedale.

I bombardamenti non sono stati preceduti da nessun avvertimento.

L’evacuazione di molti ospedali causa l’inevitabile sovraffollamento di altri: è il caso dell’ospedale Nasser a Khan Younis, che lotta ogni giorno per far fronte alle centinaia di feriti che si riversano come fiumi nel pronto soccorso.

Nell’European Gaza Hospital di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, le notti diventano sempre più difficili. Il rumore assordante delle esplosioni e l’odore amaro della polvere da sparo riempiono la porta del pronto soccorso. Molte famiglie dormono nelle aree circostanti l’ospedale. Tutti i letti della terapia intensiva generale sono occupati, molti da donne e bambini. Il personale sanitario si avvicenda con turni di 24 ore. L’ospedale è senza elettricità e senza acqua per la maggior parte della giornata. Le sale operatorie sono state parzialmente lesionate da colpi di artiglieria, ma riescono ancora a rimanere funzionanti. La mancanza di farmaci essenziali e di forniture mediche ha raggiunto livelli critici. Pericolosi e senza copertura gli spostamenti delle ambulanze e del personale sanitario, che avvengono solo prima delle 11 di mattino, diventati, contro ogni norma del Diritto Internazionale Umanitario, target delle bombe israeliane.

Venerdì l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto la possibilità di aprire un corridoio umanitario, per consentire l’ingresso di materiale sanitario nella Striscia di Gaza e per permettere l’evacuazione di feriti. Soltanto 61 feriti hanno avuto il permesso di attraversare il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. E’ rimasto aperto venerdì e sabato il valico di Kerem Shalom, al confine tra Striscia di Gaza, Israele ed Egitto, per l’ingresso di aiuti umanitari. Nena News

 

Nena News Agency “GAZA. Ospedali sotto le bombe” – di Federica Iezzi

 

 

 

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KENYA. I bambini operati al cuore tornano a correre nella savana

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Missione di cardiochirurgia – Luglio 2014

Kenyatta National Hospital – Nairobi (Kenya)

 

 

Nena News Agency – 25 luglio 2014

 

Dalle regioni più povere del Kenya a Nairobi. Il viaggio dei piccoli operati al cuore, nella missione italiana di cardiochirurgia al Kenyatta National Hospital di Nairobi

 

Nairobi (Kenya) - Kenyatta National Hospital 18 luglio 2014  - Steria e Sinante in reparto, dopo l'intervento al cuore

Nairobi (Kenya) – Kenyatta National Hospital 18 luglio 2014 – Steria e Sinante in reparto, dopo l’intervento al cuore

 

Testo e foto di Federica Iezzi

Nairobi (Kenya), 25 luglio 2014, Nena News – Il vento che graffia la terra arida. La polvere che si insinua ovunque. Si sente fin dentro l’anima. Tutt’intorno il deserto e le carovane cariche di sale. Qualche piccolo villaggio a ricordare che anche in questa parte del mondo c’è qualcuno che prova a vivere. Un Paese ancora schiacciato tra deserto e povertà. Il 60% della popolazione sopravvive con un dollaro al giorno.

Sono partiti nella buia notte africana, al lume di una lampada a petrolio, i piccoli pazienti cardiopatici, dal distretto di Isiolo e dal distretto di Uasin Gishu, nel centro-nord del Kenya. La pista di laterite rossiccia ha accompagnato il lungo viaggio, per raggiungere l’ospedale nella capitale kenyana. Lungo la strada euforbie, palme, manghi e tamarindi riempiono l’aria di odori penetranti.

Le acacie come ombrelli accarezzano il cielo, dagli altipiani. E’ la stagione delle piccole pioggie. Alla terra rosso sangue si alternano sconfinati spazi verdi. I nuovi germogli acerbi delle acacie, sostituiscono le vecchie foglie verdastre. Le pozzanghere sulle strade diventano un prezioso nutrimento per stuoli di piccoli animali che, come anime perennemente in fuga, abitano la savana. Le euforbie giganti tendono le loro lunghe braccia al cielo blu cobalto, verniciato di soffici nuvole bianche.

Centinaia di persone, distese su sottili stuoie, sui pavimenti di terra battuta, nelle loro capanne, aspettano il canto del gallo al mattino, per iniziare la giornata. Risvegli senza acqua, senza elettricità, senza un fornello da accendere. Ma con lo squisito sapore del pane, cotto nella sabbia, e il te bollente con qualche goccia di latte. I bambini indossano l’uniforme scolastica azzurra. A cingere le spalle di giovani donne, dalla pelle levigata, regali kenta a fiori.

L’Africa ha lo straordinario potere di rinascere dalle proprie ceneri a Kigali, a Mogadiscio, a Bamako. La gente sopravvive strappando miglio e nutrimenti alla terra. Sulle rive dei fiumi, dove nei secoli sono fioriti villaggi e mercati di regni scomparsi, oggi vive un popolo di conciatori, pescatori, agricoltori e piccoli mercanti, con le loro necessità incolmabili e con i loro contrasti.

I piccoli samburu della savana, arrivano nella caotica Nairobi, con gli occhi ancora assonnati. Ad aspettarli nell’unico ospedale pubblico della grande città, i muzungu [“uomini senza pelle”: sono gli uomini bianchi, ndr]. E’ la seconda missione umanitaria in meno di un anno. La scorsa missione è stata tra novembre e dicembre scorsi e ha visto protagonisti 19 piccoli pazienti sottoposti a delicati interventi al cuore. Oggi questi bambini imitano i loro giocatori di calcio tra le acacie africane. Portano al pascolo il loro gruppetto di capre. E rassicurano i volti impauriti dei bimbi con il cuore malato, che aspettano pieni di speranza il loro turno in sala operatoria. Inconsapevolmente tinteggiano questa vita umanissima, in cui la felicità e l’infelicità camminano spesso abbracciate.

La lista operatoria riempie velocemente e con precisione decine di fogli bianchi. Sono i nomi dei bambini che aspettano il loro momento in sala operatoria. Da Oldonyiro, nel distretto di Isiolo, a nord del Kenya, i piccoli hanno viaggiato per 5 ore. Da Eldoret, nel distretto di Uasin Gishu, nelle regioni centrosettentrionali kenyane, si arriva a Nairobi dopo aver percorso 300 chilometri di strade sterrate.

Nell’ambulatorio di cardiologia del Kenyatta National Hospital di Nairobi, sono tutti in silenzio accanto all’ecocardiografo. Non ci sono genitori, non ci sono amici. Nessun bambino piange. Si tengono compagnia fra di loro. Si dividono la frutta. In terapia intensiva, finiti gli interventi, chiedono biscottini e yogurt. Dopo due giorni sono in piedi, in reparto, pronti a camminare scalzi, come nella savana.

Tetralogia di Fallot, difetto atrioventricolare, malattia valvolare: non importa quale sia la diagnosi. Dopo l’intervento l’elegante passo dei samburu riempie l’aria. Sotto il sole a picco dell’equatore. Sotto quel cielo che in Africa sembra più vicino alla terra. Nena News

 

Nena News Agency “KENYA. I bambini operati al cuore tornano a correre nella savana” – di Federica Iezzi

 

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GAZA. Sempre più critica la situazione sanitaria

Gaza City (Gaza Strip) 20 july 2014 – Massacre in Shujaya neighborhood

 

Nena News Agency – 12 luglio 2014

 

Gli ospedali sono vicini al collasso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala l’insufficienza di forniture mediche e di carburante per i generatori autonomi di elettricità. Condizioni che non consentono di gestire l’ondata dirompente di feriti, mutilati e invalidi

 

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di Federica Iezzi

Khan Younis, 12 luglio 2014, Nena News – L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala la grave carenza nei serivizi sanitari palestinesi. Insufficienza di forniture mediche e di caburante per i generatori degli ospedali, rendono le strutture sanitarie della Striscia di Gaza inadatte a gestire l’ondata dirompente di feriti, mutilati e invalidi causata dall’offensiva aerea israeliana.

I risultati degli indiscriminati bombardamenti fanno salire ora dopo ora il numero di civili feriti, che si riversano caoticamente negli atri e negli affollati corridoi degli ospedali maggiori della Striscia. I pazienti arrivano negli ospedali in ambulanze, furgoni, auto private e taxi collettivi, senza nessuna forma di allertarmento. Il 23% sono bambini.

Attualmente almeno 250 palestinesi non hanno la possibilità di ricevere cure mediche adeguate, per la mancanza assoluta di letti e barelle nei centri di pronto soccorso. Bloccata le attività sanitarie in elezione.

Mancano farmaci di emergenza, antibiotici e antidolorifici, materiale monouso e materiale sterile. Mancano guanti, cateteri urinari, punti di sutura e attrezzature mediche diagnostiche. Crolla l’attività  dei laboratori. Pesante lo stato delle banche del sangue. Già in utilizzo le scorte di materiale, che diminuiscono severamente. Non ultime, mancano forniture di carburante medico-ospedaliero per fronteggiare le innumerevole ore in cui l’elettricità manca. Critiche le condizioni dei pazienti ammessi nei reparti di emergenza, nelle rianimazioni e nelle sale operatorie.

Nel centro della Striscia di Gaza, nei pressi dei campi profughi di al-Nussairat e al-Maghazi,  negli ultimi bombardamenti sono stati danneggiati un ospedale, tre cliniche secondarie e un centro di desalinizzazione di acqua. Secondo il portavoce del Ministero della Salute palestinese, Ashraf al-Qedra, mancherebbe il 30% dei farmaci essenziali per la cura dei feriti gravi. A Gaza rimane un’autonomia del 15% per il resto dei farmaci, utilizzati nelle cure croniche.

Il Primo Ministro palestinese, Rami Hamdallah e il Ministro della Salute palestinese, Jawad Awwad, hanno coordinato una spedizione via mare, dai territori cisgiordani, Ramallah e Nablus, di farmaci per cure croniche, come diabete e malattie renali, farmaci oncologici, soluzioni arteriose, sacche di sangue e materiale di laboratorio.

Il Qatar avrebbe donato 5 milioni di dollari per l’acquisto di forniture ospedaliere e per servizi di emergenza nella Striscia di Gaza. La donazione sarebbe stata annunciata da Muhammad al-Ummadi, membro del Ministero degli Esteri del Qatar, che presiede il Comitato per la ricostruzione della Striscia di Gaza.

Intanto il personale medico gazawi lavora senza sosta, con turni logoranti senza orari.

Tre giorni fa, l’European Gaza Hospital di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, ha subito danni durante un attacco aereo avvenuto a breve distanza. Un infermeire è stato ferito. Nonostante il barbaro perpetrarsi di bombardamenti senza preavviso su case, famiglie e bambini, nei pressi dell’ospedale, il personale sanitario continua a lavorare. Divisi in tre gruppi, medici e infermieri, coprono le 24 ore.

Ormai gli spostamenti sono diventati troppo pericolosi. Alcuni non riescono ad arrivare in ospedale perché vivono troppo lontani, per affrontare, senza rischi, il cammino a piedi. A molti mancano soldi per il trasporto pubblico. L’ospedale al-Shifa, nel distretto di Rimal a Gaza City, riceve ininterrottamente da quattro giorni feriti da schegge di proiettili – pare in qualche caso anche dalle operazioni di lancio dei razzi indirizzati dai miliziani palestinesi verso Israele – vittime dei martellanti bombardamenti e dei crolli degli edifici. I 12 letti della terapia intensiva dell’ospedale sono assiduamente occupati.

Da quando, giovedì, le autorità egiziane hanno aperto il valico di Rafah, dopo estenuanti pratiche burocratiche, solo 11 pazienti con ferite gravi hanno avuto il permesso di attraversare il confine tra Striscia di Gaza ed Egitto, in ambulanza. Chiuso nuovamente ieri dopo l’opera di allertamento degli ospedali egiziani più vicini a Rafah e quelli del Sinai settentrionale. Nena News

 

Nena News Agency “GAZA. Sempre più critica la situazione sanitaria” – di Federica Iezzi

 

Gaza Strip 21 july 2014 – AlJazeeza “Deaths as Israeli tanks shell Gaza hospital”

 

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L’Egitto apre il valico di Rafah per i feriti gazawi

Striscia di Gaza – Watania Media Agency (13 luglio 2014) – Così Bombardano Gaza

 

Frontiere News – 10 luglio 2014

 

È il terzo giorno dell’operazione Protective Edge e degli assidui bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Gli ultimi aggiornamenti documentano almeno 81 morti e più di 550 feriti dall’inizio degli indiscriminati raid aerei israeliani

 

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di Federica Iezzi

Khan Younis (Striscia di Gaza) – Tutto ha avuto inizio il 12 giugno con la scomparsa di Eyal Yifrah, Gil-Ad Shayer e Naftali Frenkel, dalla colonia di Gush Etzion, in Cisgiordania, nei pressi di Hebron. I corpi senza vita dei tre ragazzi furono trovati 18 giorni dopo.

Alla notizia, è seguito l’omicidio di Mohammed Abu Khdeir, sedicenne palestinese, spietatamente bruciato, fino alla morte, nel quartiere arabo di Shu’fat a Gerusalemme Est.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha condannato aspramente l’assassinio del ragazzo palestinese. Ma, nonostante la mancanza di prove, non concede il beneficio del dubbio sull’assassinio dei tre ebrei adolescenti, per mano di Hamas.

Senza fine le rappresaglie nei territori occupati palestinesi. Da ormai 10 giorni è iniziato un vortice di attacchi aerei su Cisgiordania, Gerusalemme occupata e Striscia di Gaza. I missili lanciati dalla Striscia di Gaza, inercettati dal sofisticato sistema israeliano Iron Dome, hanno raggiunto Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa, senza provocare nessuna vittima. Nella giornata di ieri di 81 missili lanciati, 21 sono stati intercettati.

Con l’operazione “Protective Edge”, scattata nella notte tra il 7 e l’8 luglio, Israele scaglia 160 raid aerei in una sola notte contro obiettivi collegati ad Hamas e obiettivi civili. I 322 raid aerei la scorsa notte, fanno salire a 750 i siti colpiti.

Se all’inizio gli attacchi aerei israeliani erano confinati a terre non abitate, a fattorie e terre coltivate, oggi vengono centrati indiscriminatamente case e strutture civili, oltre siti di addestramento di gruppi armati palestinesi.

Ashraf al-Qidra, il portavoce del Ministero della Salute palestinese, parla di almeno 81 morti, di cui 23 bambini, e più di 550 feriti nella Striscia di Gaza, dall’inizio dell’operazione militare sferrata negli ultimi giorni dall’aviazione israeliana sulla Striscia.

A Rafah, sul confine egiziano, lanciati 95 attacchi aerei. 130 missili su case, terreni agricoli, aree pubbliche comuni, tunnel di collegamento con l’Egitto e centri di formazione militare legati ad Hamas. Dozzine di bombardamenti da forze navali e forze di terra isrealiane. 5 morti. Almeno 50 feriti, tra cui almeno 10 bambini. Decine di case distrutte.

A Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, a pochi chilometri dal confine egiziano, almeno 74 attacchi aerei hanno colpito due moschee, case, terreni agricoli, ospedali e siti paramilitari. Le vittime identificate sono 27, di cui 6 bambini. Ferite centinaia di persone.

4 morti anche a Zeitoun, sud della Striscia di Gaza.

A Gaza city 42 raid aerei israeliani hanno colpito obiettivi civili. Almeno 8 sono i morti.

Nella zona centrale della Striscia di Gaza, proprietà civili nei pressi di al-Mughraqa sono state bersagli del lancio di almeno 30 missili isrealiani. 4 morti e decine di feriti. Colpiti anche i campi profughi di al-Nussairat, dove sono morte tre persone, di al-Boreij e di al-Maghazi dove sono morte altre 5 persone.

Nel nord della Striscia di Gaza, ad al-Qarara, Beit Hanun, Beit Lahia e Abraj al-Sheikh Zayed contati 112 raid aerei. Usati 114 missili contro case, civili, terreni coltivati. I morti sono saliti almeno a 25 e il numero di feriti continua ad aumentare.

Mentre il portavoce dell’Israel Defense Forces, il maggiore Peter Lerner, comunicava che Tel Aviv si stava preparando alla possibilità di inviare forze via terra nella Striscia di Gaza, come ulteriore sviluppo della campagna Protective Edge, negli ospedali della Striscia si lavora ininterrottamente, sotto i bombardamenti, per accogliere le centinaia di feriti che continuano a riversarsi negli androni.

Questa mattina aperto il valico di Rafah, al confine egiziano, esclusivamente per il trasporto di feriti gravi. Le autorità egiziane non lo aprivano dal 3 luglio. Allertati gli ospedali del Sinai, per accogliere le centinaia di feriti gazawi. Mentre il valico di Erez, al confine con Israele, è stato danneggiato da 8 missili, lanciati dall’aviazione israeliana.

Frontiere News “L’Egitto apre il valico di Rafah per i feriti gazawi” – di Federica Iezzi

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SIRIA, il dramma dei milioni di feriti

Siria (17 giugno 2014) – Dopo il raid aereo sul campo rifugiati di al-Shajara, area di Daraa, al confine con la Giordania. 12 morti

Nena News Agency – 08 luglio 2014

 

Un milione e centomila è la stima dei feriti dovuti al conflitto siriano dal 2011. La mancanza di medicine, la carenza di personale medico e di strutture mediche rendono le cure incostanti e gravose

 

Douma (Siria) - Ramadan Kareem - by Abd Doumany

Douma (Siria) – Ramadan Kareem – by Abd Doumany

 

di Federica Iezzi

Aleppo (Siria), 8 luglio 2014, Nena News – Dagli ultimi report del Syrian Network for Human Rights, sono stati documentati un milione e centomila feriti dal marzo 2011, data di inizio del conflitto siriano. Il 45% sono bambini. 120.000 persone sono costrette a vivere con una disabilità permanente e con complicanze dovute all’amputazione di arti.

Il numero di morti è salito a 133.586, di cui 15.149 bambini. La maggior parte delle morti e dei ferimenti sono stati causati da ordigni esplosivi improvvisati e ordigni inesplosi. La terra siriana si è riempita di ordigni inesplosi, che hanno contribuito duramente ad uccidere e ferire chiunque ne entrasse in contatto. E spesso hanno marcato crudelmente il destino dei bambini. Alla costante ricerca di rottami da rivendere a poco prezzo, l’impercettibile movimento dell’ordigno ha atrocemente significato, per i bambini: amputazioni, cecità, sordità e mutilazioni eterne.

Il 50% dei colpi di arma da fuoco diretti, da fucili di precisione o da kalashnikov, dei colpi di mortai e autobombe, sono stati la causa di ferite a torace e addome di civili inermi.

Gravoso è il trattamento dei feriti nelle aree sotto assedio, per la mancanza di farmaci, di materiale chirurgico e di personale medico. Più di 1000 feriti sono i morti per mancanza di medicazioni adeguate e altre migliaia sono peggiorati per complicanze legate alle ferite principali. Ad Homs la situazione peggiore. 187.000 feriti, di cui la maggiorparte con disabilità totali o parziali. L’80% dei presidi medici è distrutto. Va meglio nelle aree del distretto di Homs al confine con il Libano, per la possibilità di reperire antibiotici e antidolorifici e per l’eventualità di varcare il confine.

A Damasco si contano almeno 194.000 feriti. Civili sorpresi nel mezzo di uno scambio a fuoco, bersagli degli attentati suicidi o semplicemente vittime di errori, per avere infranto i confini non codificati dalle nuove divisioni con le forze di opposizione. Disagevole il reperimento di medicinali a Eastern Ghouta, sotto assedio da 14 mesi. Il monopolio dei farmaci è in mano a Russia, Cina e Iran. A causa delle sanzioni occidentali contro il governo siriano, non si ricevono più medicine dalle grandi compagnie farmaceutiche.

Al Doma medical point di Ghouta, si ricevono ogni giorno circa 130 pazienti con ferite da arma da fuoco. Vengono eseguite circa 400 procedure di piccola chirurgia, per la rimozione di frammenti di ordigni, schegge di bossoli e materiale estraneo. La carenza di antibiotici e disinfettanti induce un’elevata percentuale di infezioni, che spesso ha come unica cura l’amputazione dell’arto. L’impossibilità di accesso a banche del sangue rende incurabili le gravi ferite e le pesanti emorragie interne, provocate da granate, da colpi di mortaio e da esplosioni. Anche la permanenza in terapia intensiva spesso aggrava le condizioni dei pazienti, per i sempre più frequenti blackout elettrici.

Nelle aree sotto assedio, un barile di diesel arriva a costare anche 2500 dollari. E’ necessario un barile di diesel al giorno, per permettere il funzionamento di attrezzature mediche e chirurgiche e per far fronte al numero di feriti in perenne crescita, in una popolazione di circa 12.500 persone.

La situazione nel governatorato di Idlib, ricalca quella a Homs e Aleppo. Ogni giorno 250 nuovi feriti. Il 5% delle ferite da arma da fuoco provoca morte. Il 20% determina amputazioni, paresi e disabilità permanenti. Il 30% dei feriti sono bambini.

Nella provincia di Daraa documentati 92.000 feriti. Gli ospedali funzionanti sono appena 8. Mancano staff medico e materiali sterili.L’ospedale di Al-Saqlabya di Hama, funzionante assieme ad altre 6 strutture, accoglie 1500 feriti al mese. 300 procedure chirurgiche. Almeno 78.000 feriti. A Der-Ezzor documentati 85.000 feriti. A Latakia 30.000. Ad Ar-Raqqah 14.000. Ad Al-Hasakah 11.000.

Gli attacchi ad Aleppo hanno ferito 183.000 persone e distrutto 127 ospedali e centri medici. Severi sanguinamenti, ustioni, fratture ossee e lacerazioni muscolari sono le maggiori lesioni. L’80% delle quali a bambini. Ogni giorno, in ognuno degli ambulatori dei quartieri di Aleppo si contano almeno 50 nuovi feriti.

Lesioni spinali e danni cerebrali ingravescenti vengono generalmente trattati con il trasferimento dei pazienti nella vicina Turchia. Più di 2300 pazienti siriani vengono ammessi negli ospedali turchi, ogni mese. 900-1100 negli ospedali giordani. 1500 negli ospedali libanesi. Le spese mediche sono totalmente a carico dei pazienti. Nena News

Nena News Agency “SIRIA, il dramma dei milioni di feriti” di Federica Iezzi

 

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Sud Sudan. Il disastro tre anni dopo l’indipendenza

Nena News Agency – 05 luglio 2014

 

Alla vigilia del terzo anno di indipendenza del Paese gli scontri tra opposte fazioni continuano. In pochi mesi, almeno 6 ospedali bruciati e distrutti. 58 i morti tra pazienti e personale sanitario 

 

Sud Sudan - Leer Hospital

Sud Sudan – Leer Hospital

 

di Federica Iezzi

Juba, 5 luglio 2014, Nena News – Il 9 luglio, tra poco meno di una settimana il Sud Sudan salta il traguardo dei tre anni di indipendenza. Dopo decenni di guerra civile, nel dicembre 2013 i ribelli antigovernativi di etnia nuer, guidati dall’ex vicepresidente Riek Machar, attaccarono la città di Bor. Così l’antico conflitto tra nuer e dinka, parzialmente sanato nel 2005, al termine della seconda guerra civile, si è travestito in conflitto politico tra Salva Kiir, attuale Presidente, e Riek Machar, leader dei ribelli. Nonostante il secondo accordo di cessate il fuoco, sigliato alcune settimane fa, gli scontri continuano e tutti i colloqui di pace sono stati sospesi.

Il ventennio di guerra civile contro il Sudan ha lasciato in eredità al nuovo Stato: territori devastati, carenza di infrastrutture come acquedotti e servizi sanitari. Secondo il dettagliato report di Medici Senza Frontiere, sulla situazione sanitaria in Sud Sudan, in pochi mesi, 6 ospedali sono stati  distrutti e bruciati e almeno 58 persone uccise al loro interno.

La campagna di devastazione è iniziata nel Bor State hospital, sulla riva orientale del Nilo, lo scorso dicembre. 14 pazienti e un membro del Ministero della Salute sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco. A gennaio è stato totalmente distrutto, insieme a gran parte della città, il Leer hospital. Nell’Unity State, l’ospedale forniva assistenza medica a un’area abitata da circa 270.000 persone. Ridotti in macerie interi edifici. Smantellati laboratori, attrezzature chirurgiche, stabilimenti per la conservazione dei vaccini, banche del sangue.

Sulle rive del Nilo Bianco, lo scorso febbraio, nel Malakal teaching hospital sono morte 14 persone, tra cui 11 pazienti, a cui hanno sparato mentre erano nei loro letti.

17 tra ambulanze e mezzi sanitari sono stati rubati o distrutti. Almeno 13 episodi di saccheggio e distruzione di strutture sanitarie secondarie. In aprile, nel Bentiu State hospital almeno 28 persone sono state uccise. Lo scorso maggio documentato 1 morto nell’ospedale della città di Nasir, roccaforte dei ribelli.

Una condizione che sembra ricalcare il Darfur degli anni 2003-2006. Il conflitto che vide contrapposti i Janjawid, miliziani arabi reclutati fra i membri delle tribù nomadi dei Baggara, e la popolazione della regione sudanese, composta dai gruppi etnici Fur, Zaghawa e Masalit. Un genocidio dai numeri sconvolgenti. Le Nazioni Unite parlarono di almeno 200.000 morti (anche se fonti locali documentarono 450.000 morti) e più di 2 milioni di rifugiati.

Oltre che villaggi, scuole, chiese e moschee, la guerra distrusse sistematicamente servizi idrici e sanitari. Le strutture mediche delle ONG internazionali per anni hanno coperto le richieste sanitarie di centinaia di chilometri quadrati. Nel resto del Paese furono allestiti ospedali da campo, regolarmente saccheggiati.

Attualmente a causa del conflitto in Sud Sudan, si contano quasi 1,5 milioni di rifugiati in Etiopia, Kenya, Sudan e Uganda. 10.000 i morti. Sullo sfondo un’incontrollabile epidemia di colera è arrivata ormai fino alla capitale Juba. In poche settimane già segnalati 1812 casi di colera, con 18 morti. Inoltre, le ultime stime dell’ONU e del Disasters Emergency Committee, prevedono una dura carestia nelle prossime settimane, che potrebbe essere la più grave dopo quella che nel 1984 colpì l’Etiopia. Donatori internazionali hanno promesso finanziamenti per 600 milioni di dollari e urgenti aiuti alimentari. Nena News

 

Nena News Agency “Sud Sudan. Il disastro tre anni dopo l’indipendenza” – di Federica Iezzi

 

http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/14_luglio_02/sud-sudan-cuore-dell-ospedale-distrutto-286fe48e-01db-11e4-b194-79c20406c0ad.shtml

 

 

 

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Ebola. Epidemia fuori controllo in Guinea, Sierra Leone e Liberia

Nena News Agency – 30 giugno 2014

 

Oltre 600 le infezioni dal virus ebola confermate in laboratorio in Africa Occidentale. 390 i decessi, secondo gli ultimi aggiornamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

 

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di Federica Iezzi

Conakry (Repubblica di Guinea), 1 luglio 2014, Nena News – Il numero di probabili infezioni e il numero di quelle confermate cambia continuamente e rapidamente. Dallo scorso marzo più di 600 casi di ebola e oltre 390 morti sono stati documentati, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra Guinea, Liberia e Sierra Leone. Oggi i Paesi dell’Africa Occidentale maggiormente colpiti dal virus.

In Guinea riportati 396 casi di infezione convalidati in laboratorio, con 280 morti. Gli ultimi tre casi nei distretti meridionali di Gueckedou e Telimele.

In Liberia sono 63 i casi confermati e 41 i decessi. Solo nelle ultime settimane 10 nuovi casi e 8 decessi.

In Sierra Leone, il virus ebola con i suoi primi 16 casi è comparso per la prima volta lo scorso maggio. Oggi il numero di morti è arrivato a 46, tra i 176 casi confermati. Il maggior numero dei quali a Kailahun, nella zona est del Paese, al confine con la Liberia.

Il virus ha iniziato a diffondersi in Guinea Conakry all’inizio del 2014. Nei primi tre mesi dell’anno i casi confermati raggiunsero il numero di 112. 70 i morti. Sembrava che il numero di contagi fosse contenuto, invece il virus dalle zone rurali, ha lentamente fatto il suo ingresso nelle aree urbane. Alla fine dello scorso marzo, ebola ha attraversato i confini della Liberia, raggiungendo Monrovia. E la propagazione ha perso il controllo, per la difficoltà di tracciare i movimenti delle persone potenzialmente contagiate.

Pazienti infetti dal virus sono stati identificati in più di 60 località dei tre Paesi coinvolti e questo rende il lavoro di limitare l’epidemia estremamente dispendioso. A fronteggiare la seconda ondata di infezioni, il lavoro instancabile e continuo di Medici senza Frontiere, a supporto delle autorità sanitarie nei tre Paesi africani. MSF ha curato finora 470 pazienti, di cui 215 casi confermati.

La febbre emorragica è la più temibile conseguenza dell’infezione, che nel 90% dei casi è fatale. La diffusione poco localizzata del virus rende più complesse le operazioni di intervento, sia per trattare i pazienti, sia per limitare e circoscrivere l’epidemia.

Essenziali diventano educare il personale sanitario locale e informare la popolazione sui metodi per non diffondere la malattia. Necessario l’isolamento di persone infette. Secondo il parere degli infettivologi l’epidemia andrà ancora avanti per alcuni mesi.

Di questo tratterà l’incontro organizzato dall’OMS ad Accra in Ghana, nei prossimi 2-3 luglio, in cui parteciperanno i ministri della Sanità di undici Paesi africani e altri rappresentanti.

L’obiettivo della conferenza è lo sviluppo di un piano globale per fermare l’implacabile avanzata del virus. Nena News

 

Nena News Agency – “Ebola. Epidemia fuori controllo in Guinea, Sierra Leone e Liberia” di Federica Iezzi

 

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SIRIA. Human Rights Watch: gruppi ribelli reclutano bambini

Nena News Agency – 26 giugno 2014

 

“Maybe we live and maybe we die” è l’ultimo report dell’organizzazione per i diritti umani. L’accusa è quella di assoldare minori di 14 anni nelle milizie che combattono per l’esercito governativo di Bashar al-Assad

 

Siria

 

di Federica Iezzi

Aleppo, 26 giugno 2014, Nena News – La pratica di arruolare al jihad bambini e ragazzi, di età inferiore ai 14 anni, di trascinarli in prima linea con le armi in spalla, era già stata documentata da Human Rights Watch già nel novembre 2012, in brigate affiliate all’Esercito Siriano Libero nelle città di Daraa e Homs. Ora nell’ultimo rapporto dell’organizzazione  a tutela dei diritti umani, pubblicato il 23 giugno, si documenta come i gruppi jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, l’Esercito Siriano Libero, il Fronte Jabhat al-Nusra, i gruppi armati di Yekîneyên Parastina Gel e le forze di polizia curde di Asayish,  reclutino sistematicamente ragazzi sopra i 15 anni, addestrandoli all’uso delle armi. Anche i bambini sotto i 14 anni vengono impiegati in ruoli di supporto, come tenere posti di blocco, spiare, occuparsi dei feriti o portare munizioni al fronte. Daraa, Aleppo, Damasco e il governatorato di Idlib sono le aree maggiormente coinvolte. I ragazzini sono soprattutto reclutati dai campi profughi nella provincia di Idlib e nelle aree di Hasakeh sotto il controllo curdo, e dai campi rifugiati fuori dal territorio siriano, in quello di Zaatari in Giordania, in Turchia, Libano e Kurdistan iracheno.

Il numero esatto di “bambini soldato” coinvolto nel conflitto siriano non è noto. Il Violations Documenting Center siriano, dal settembre 2011, ha dimostrato la morte di 194 bambini, arruolati nelle forze di opposizione al governo siriano.

La popolazione civile è la vera vittima del sangue versato in Siria. I siriani inermi sono gli unici a subire le peggiori violenze dall’esercito di Assad e dalle fazioni armate a lui avverse, che vanno dall’Esercito Siriano Libero, vicino al governo di transizione, a Jabhat al-Nusra, gruppo affiliato ad al-Qaeda, e all’ISIS, la formazione di animo jihadista oggi più spietata e meglio organizzata. I 25 ragazzini intervistati da HRW raccontano di essere entrati nei gruppi ribelli per seguire amici o parenti, dopo aver subito torture o detenzioni dal regime di Assad. Alcuni ricevendo addirittura un compenso mensile fino a 100 dollari e forniture alimentari, tra cui, olio, prodotti in scatola e cereali.

La mancanza della vita scolastica è una delle motivazioni per cui i ragazzini si avvicinano agli oppositori di Assad. Proposte letture e insegnamenti. I bambini ricevono in più, dai seguaci di Abu Bakr al-Baghdadi, lezioni sulla sharia’a, sulla cultura islamica e addestramento bellico, dalle tattiche militari all’uso delle armi. Dall’analisi dei più recenti dati dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), dell’UNDP (United Nations Development Programme) e del Syrian Centre for Policy Research, il 52% dei bambini in età scolare non può più frequentare le scuole, percentuale che in alcuni centri, come Al Raqqa e Aleppo raggiunge il 90%, in altri, come Damasco, sfiora il 70%. Alla fine del 2013, 4.000 scuole erano inagibili, distrutte, danneggiate gravemente o usate come rifugio per gli sfollati.

Secondo il II Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra e secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, costringere ragazzi minori di 15 anni all’arruolamento è un crimine di guerra. Il governo siriano non ha mai ratificato il II Protocollo Aggiuntivo e mai aderito allo Statuto. Nel 2003 la Siria ha invece ratificato il Protocollo Opzionale, alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, che all’articolo 4 proibisce il reclutamento alle armi per i ragazzi di età inferiore ai 18 anni.

Nel marzo 2014, il report della Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta ONU sulla Siria parla di reclutamento di ragazzi di età inferiore ai 13 anni, anche da parte dell’esercito governativo siriano, usati nei checkpoint di Aleppo, Dara’a e Tartus. Nena News

 

Nena News Agency “SIRIA. Human Rights Watch: gruppi ribelli reclutano bambini” di Federica Iezzi

 

 

 

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SIRIA. Due ospedali su tre sono distrutti

Siria – Lo scorso 7 giugno, bombardamenti sull’ospedale di Bab al-Hawa, al confine con la Turchia

 

Nena News Agency – 23 giugno 2014

 

Nelle zone sotto bombardamento non vengono risparmiati nemmeno gli ospedali. Scarseggiano medici, trattamenti e sicurezza in tutte le strutture sanitarie della Siria

Idlib (Syria) - Bab al-Hawa hospital

Idlib (Syria) – Bab al-Hawa hospital

 

 

di Federica Iezzi

Aleppo, 23 giugno 2014, Nena News – L’ultimo in ordine di tempo è l’ospedale di Bab al-Hawa, colpito da bombardamenti aerei il 7 giugno scorso. Questo sconosciuto ospedale non è finito sulle prime pagine dei media internazionali. Queste notizie passano inosservate. Sono diventate di routine. Eppure l’ospedale di Bab al-Hawa rappresenta uno dei centri medici di riferimento nel governatorato di Idlib e accoglie ogni mese fino a 2000 pazienti, che confluiscono anche da città come Aleppo, Homs e Hama, a oltre 200 chilometri di distanza.

E’ un ospedale in cui nonostante le bombe dell’aviazione di Damasco e i colpi di mortaio dei ribelli qaedisti, nonostante i tagli sempre più pesanti alla fornitura elettrica, 35 persone, fra medici, infermieri e staff, continuano il loro lavoro. La struttura medica, che ha notevolmente intensificato la sua attività dal gennaio del 2013, si trova vicino la frontiera di Bab al-Hawa, sul lato siriano di fronte alla città turca di confine di Reyhanli.

All’inizio, la maggior parte dei pazienti erano membri dell’Esercito Siriano Libero, i ribelli che da 39 mesi combattono il regime di Bashar al-Assad. Oggi sono i civili, sono gli sfollati, sono i bambini a insanguinare le barelle. I missili caduti dal cielo sull’area vicina al confine con la Turchia sono esplosi a distanza ravvicinata dall’ospedale, quanto basta per causare danni all’edificio e alle attrezzature. Tra i feriti risultano anche due bambini, che giocavano nel cortile dell’ospedale.

Secondo i recenti dati pubblicati dalle agenzie delle Nazioni Unite UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) e UNDP (United Nations Development Programme) e secondo il Syrian Centre for Policy Research, 61 dei 91 ospedali siriani sono stati gravemente danneggiati e quasi la metà, il 45%, sono fuori servizio.

La copertura dei programmi di vaccinazione è crollata al 68%. Le drammatiche e precarie condizioni di igiene nei campi profughi da as-Salama, nel governatorato di Aleppo, a Yarmouk, alla periferia di Damasco, fanno crescere i casi di leishmaniosi, poliomielite, morbillo, meningite, tifo e colera, tra i sempre più affollati angusti spazi. Circa  80 mila bambini sono affetti da polio. La leishmaniosi è passata da 3 mila a 100 mila casi. Sono già 7 mila i casi di morbillo.

Tre donne su quattro non sono assistite durante il parto. Per il timore di un travaglio sotto le zone assediate e sotto i pesanti bombardamenti quotidiani, è raddoppiato il numero di parti cesarei (passati dal 19 al 45 per cento, con picchi del 75 per cento nelle città sotto assedio), in pronto soccorso improvvisati, illuminati solo con qualche vecchia torcia. I neonati prematuri rischiano di scomparire nelle incubatrici per i frequenti blackout elettrici. Il problema collaterale è la mancanza di latte artificiale, spesso disperatamente sostituito da semplici soluzioni di acqua e zucchero.

Scarseggiano i farmaci salvavita e i pazienti con malattie croniche possono contare solo su un accesso limitato e carente alle strutture sanitarie, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel governatorato di al-Raqqa, dove risiedono 500 mila sfollati, il numero di pazienti diabetici ha raggiunto i 21 mila: nessuno di loro ha possibilità di ricevere una terapia farmacologica adeguata. Nel centro di emodialisi di al-Thanaa a Damasco, una seduta su tre è stata cancellata per la scarsità di scorte. A causa della mancanza di farmaci chemioterapici, i trattamenti ciclici per cancro sono sospesi: 70 mila bambini sono malati di cancro e 5 mila sono in dialisi.

Circa il 50 per cento dei medici è fuggito all’estero: queste le stime di Save the Children. Il resto del personale medico è stato ucciso o imprigionato. Ad Aleppo, più di 2 milioni di persone sono assistite da soli 36 medici. Physicians for Human Rights (PHR) ha documentato la morte di 468 professionisti sanitari in Siria. Oltre 100 operatori sanitari sono stati giustiziati o torturati dalle forze governative. Nei tre anni di conflitto armato, l’ONG ha dimostrato 150 attacchi mirati contro strutture mediche. Dallo scorso gennaio sono stati contati almeno 14 attacchi.

Nell’ultimo report del PHR dello scorso maggio è descritta minuziosamente la situazione sanitaria in Siria. Ad Aleppo sono funzionanti solo 4 ospedali. A Qaboon, quartiere a nord-est di Damasco, sono funzionanti 2 dei 18 servizi sanitari. A Jobar, alle porte di Damasco, il villaggio dei ribelli conosciuto dal mondo per gli attacchi chimici dello scorso anno, non ci sono ospedali funzionanti e 1.900 persone sono completamente senza assistenza medica. A Damasco sono funzionanti 3 ospedali pubblici. Dallo scorso aprile, i decessi dovuti alla difficoltà di ingresso a strutture mediche sono almeno 191. Nena News

Nena News Agency – “SIRIA. Due ospedali su tre sono distrutti” di Federica Iezzi

 

 

 

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